6 maggio 2024
Aggiornato 03:01
Esteri. Elezioni in Germania

Domenica si vota in 3 Laender, test in vista politiche

Spd spera in una svolta, dibattito su accordo con Linke

BERLINO - Da domenica la campagna elettorale per le elezioni nazionali tedesche del 27 settembre, risultata finora piuttosto piatta, dovrebbe finalmente accendersi. Domenica sono infatti in programma le regionali in tre Laender tedeschi: Sassonia, Turingia e Saarland. E l'esito delle consultazioni avrà ripercussioni evidenti sulla sfida alla cancelleria tra Angela Merkel e il suo sfidante Frank-Walter Steinmeier. Quest'ultimo, in particolare, spera in un risultato positivo che l'aiuti a risalire nei sondaggi, nei quali finora resta nettamente dietro Frau Merkel.

La Cdu, il partito della cancelliera, esprime al momento il governatore in tutti e tre i Laender (Stanislaw Tillich in Sassonia, Dieter Althaus in Turingia e Peter Mueller in Saarland) e vorrebbe riconfermare tale situazione, sfruttando tale successo come trampolino di lancio in vista del 27 settembre. Soprattutto se, come sembra probabile, la Cdu dovesse essere costretta a cercarsi un partner di coalizione in quei Laender - Turingia e Saarland - in cui al momento governa da sola. Partner preferito sarebbero infatti i liberali della Fdp, lo stesso partito con cui Merkel vorrebbe governare a livello nazionale (malgrado gli attriti degli ultimi giorni). In realtà, per i cristiano-democratici, il quadro non si presenta così semplice. Soltanto in Sassonia la riconferma sembra certa: Stanislaw Tillich è di gran lunga il politico regionale più apprezzato, anche perché si tratta del primo governatore della Sassonia dai tempi della riunificazione ad essere originario del Land orientale tedesco, e neanche l'accusa di aver tentato di nascondere i suoi contatti con la Stasi dopo il 1990 l'ha danneggiato, anzi.

L'ultimo sondaggio della tv pubblica Ard dà la Cdu al 38%; secondo partito è la Linke, col 21%; solo terza la Spd (che nel 2004 ottenne un misero 9,8%) col 13%, seguita dai liberali all'11,5%. Un discorso a parte va fatto per i neonazisti della Npd: per la prima prima volta il partito nazionaldemocratico, che cinque anni fa ottenne in Sassonia il 9,2%, potrebbe riuscire a ottenere la riconferma in un'elezione regionale. Il condizionale è però d'obbligo: il sondaggio di Ard dà la Npd al 4,5%, appena sotto lo sbarramento del 5%.

Situazione completamente diversa in Turingia e in Saarland. Qui i socialdemocratici potrebbero riuscire a scalzare la Cdu dal governo, alleandosi con la Linke. Un tema quanto mai delicato per Steinmeier: il candidato cancelliere della Spd ha escluso un'alleanza a livello nazionale col partito di Oskar Lafontaine. Se nei due Laender dovesse essere formato però un governo «rosso-rosso» (come viene definito in Germania, dal colore che contraddistingue sia la Spd che la Linke) sarà più difficile per lui difendere tale impegno dagli attacchi della Cdu. I cristiano-democratico potrebbe ritrovarsi insomma tra le mani uno spettro utile da agitare in campagna elettorale.

Particolarmente spinosa la questione in Turingia. Lì, infatti, il candidato governatore della Spd Christoph Matschie non esclude un'alleanza con la Linke, ma solo se a guidarla sarà lui stesso. Niente governatore della Linke, insomma. Il problema per Matschie: nei sondaggi la Linke ottiene al momento più preferenze della Spd (24% contro 19%) e il suo candidato Bodo Ramelow ha già messo in chiaro che «Matschie diventerà governatore solo se otterrà più voti di noi».

Spd e Linke potrebbero allearsi con i Verdi e sottrarre la poltrona di governatore a Dieter Althaus (Cdu), la cui campagna elettorale è stata dominata, specie negli ultimi giorni, da un tema: l'incidente da lui provocato a Capodanno su una pista da sci austriaca in cui rimase uccisa una sciatrice. Ufficialmente il tema sarebbe dovuto restare fuori dalla campagna elettorale, ma l'ha tirato fuori lo stesso Althaus, dichiarando di essere andato a pregare sulla tomba della donna. Pronte la reazione del vedovo, che ha definito il governatore «senza pietà».

Secondo i sondaggi la Cdu resterebbe comunque primo partito col 34%; i numeri potrebbero però non bastare per restare al governo, dato che i liberali sono dati all'8%.

In Saarland, invece, la situazione appare più chiara, almeno per la Spd. Qui il partito socialdemocratico è trascinato dal suo candidato governatore Heiko Maas, che si presenta come «l'uomo nuovo». Uno slogan con cui Maas è riuscito a staccare il candidato governatore della Linke, che in Saarland si chiama Oskar Lafontaine. Un volto tutt'altro che nuovo: il leader nazionale della Linke è stato già governatore del piccolo Land al confine con la Francia dal 1985 al 1998. Allora, però, militava ancora nella Spd.

Anche in Saarland i socialdemocratici sono pronti a un'alleanza con la Linke, ma solo se saranno loro a esprimere il governatore. Le chance non sembrano scarse: secondo gli ultimi sondaggi la Spd viaggia intorno al 26%, la Linke è ferma invece al 15%. Primo partito si confermerebbe, col 38%, la Cdu, che rischia però un crollo rispetto a cinque anni fa, quando ottenne il 47,5% dei voti. In ogni caso l'esito della consultazione resta incerto, visto che i sondaggi assegnano a un'alleanza Cdu-Fdp le stesse preferenze di un eventuale governo Spd-Linke-Verdi.