23 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Il lancio appare destinato a riaccendere le tensioni nella penisola coreana

Satellite Seoul non è entrato nell'orbita prevista

Successo «parziale» per primo vettore sudcoreano

SEOUL - E' stato un successo soltanto «parziale» il primo lancio di un missile spaziale sudcoreano: il satellite che trasportava è entrato in orbita, ma non alla quota prevista, il che potrebbe pregiudicarne la funzionalità.

Al di là del significato scientifico, il lancio appare destinato a riaccendere le tensioni nella penisola coreana, ed era atteso al varco dalla Corea del Nord perché è indizio della crescente capacità missilistica di Seoul. Quattro mesi fa era stata la Corea del Nord ad effettuare il lancio di un razzo, molto criticato dalla comunità internazionale, sostenendo che aveva a bordo un satellite. Secondo i servizi statunitensi e sudcoreani nessun satellite era stato messo in orbita e il lancio avrebbe invece mascherato il test di un missile a lungo raggio capace di raggiungere il territorio americano.

A bordo del vettore sudcoreano KSLV-1 «Naro» a due stadi - lungo 33 metri, pesante 140 tonnellate e realizzato con l'aiuto della Russia - c'era invece sicuramente un satellite scientifico (anch'esso frutto dell'industria spaziale di Seoul) del peso di cento chili. Gli addetti alla missione hanno riferito che si è «verificato un problema» dopo il decollo dal centro spaziale di Goheung, 475 chilometri a sud di Seoul, avvenuto alle 17 locali (le 10 in Italia). Come risultato, il satellite è venuto a trovarsi in orbita a un'altezza di 360 chilometri invece dei previsti 302.

Il ministro della Scienza e dell'Istruzione Ahn Byong-man ha detto che gli scienziati sudcoreani stanno cercando di capire cosa non ha funzionato (probabilmente un problema di comunicazioni), ma comunque ha sottolineato come il test sia da considerarsi «un mezzo successo» perché il vettore si è dimostrato in grado di mettere in orbita satelliti. Anche il premier Han Seung-soo, in un discorso televisivo, ha detto che il lancio del missile è «motivo di soddisfazione» per il popolo sudcoreano.

Dal 1992 a oggi la Corea del Sud ha lanciato in tutto undici satelliti in orbita, ma sempre attraverso razzi costruiti all'estero e lanciati all'estero. Questo doveva essere il primo lancio di un satellite interamente 'Made in Seoul' da territorio sudcoreano.

Nel 2007 Seoul - nel tentativo di rimanere «in corsa» rispetto a Cina, Corea del Nord, Giappone e India come «potenza spaziale» regionale - ha annunciato un ambizioso programma scientifico, con l'obiettivo di collocare un laboratorio automatico in orbita attorno alla Luna entro il 2020. Nell'aprile 2008 il primo astronauta sudcoreano, Yi So-yeon, è andato nello spazio a bordo di una capsula russa Soyuz.