3 maggio 2024
Aggiornato 10:30
Impegnata da giorni in una missione diplomatica nel continente africano

In Nigeria nuova gaffe di Clinton, sulle elezioni Usa del 2000

Segretario di Stato paragona voto americano a quello nigeriano

ABUJA - Nuova gaffe per il Segretario di Stato Usa Hillary Clinton, impegnata da giorni in una missione diplomatica nel continente africano. Stando a quanto riferisce oggi il quotidiano britannico Guardian, Clinton ha paragonato la democrazia americana al sistema elettorale della Nigeria, in un incontro con la società civile nigeriana in cui ha parlato dei problemi avuti dal Paese africano alle ultime elezioni.

Il Segretario di Stato ha infatti ricordato che anche gli Stati Uniti hanno avuto i propri guai, portando ad esempio il riconteggio delle schede elettorali della Florida del 2000 e puntando il dito contro Jeb Bush, allora governatore repubblicano dello Stato e fratello del candidato George Bush.

Immediata la reazione dei repubblicani, che hanno denunciato le continue gaffe del Segretario di Stato, esprimendo l'auspicio che Clinton torni più spesso in Africa. Il Segretario di Stato Usa ha di fatto infranto la regola di non rivolgere critiche ai propri avversari politici durante le missioni all'estero.

Rivolgendosi ai rappresentanti della società civile nigeriana, il capo della diplomazia americana ha denunciato i problemi del sistema elettorale nigeriano e la mancanza di trasparenza e senso di responsabilità della sua classe dirigente. Quindi ha fatto un parallelo con gli Stati Uniti: «La nostra democrazia è ancora in fase di sviluppo. Voi sapete che abbiamo avuto dei problemi durante le nostre elezioni presidenziali. Come molti di voi ricorderanno, nel 2000 ci furono dei problemi in uno stato dove il fratello di uno dei candidati alla presidenza era governatore. Vedete, anche noi abbiamo i nostri problemi».

Commentando alla Cnn, uno stratega repubblicano, Terry Holt, ha sottolineato le gaffe fatte da Clinton in Africa e ha aggiunto: «Spero vada più spesso in Africa». Solo lunedì scorso, il Segretario di Stato aveva risposto piccata a uno studente della Repubblica democratica del Congo che aveva chiesto l'opinione del marito, Bill Clinton, sull'accordo raggiunto da Kinshasa con la Cina. «Volete sapere cosa ne pensa mio marito? - aveva risposto il capo della diplomazia Usa - sono io il Segretario di Stato, non mio marito. Se mi chiedete cosa ne penso io, sono pronta a dirlo. Non parlerò al suo posto». Tuttavia, poche ore dopo si è appreso che la domanda era stata tradotta male, perchè lo studente aveva chiesto cosa ne pensasse dell'accordo l'attuale presidente Usa, Barack Obama, e non Bill Clinton.