2 maggio 2024
Aggiornato 02:00
Ghana

Obama visita «fortezza degli schiavi» con Sasha e Malia

«Importante che vedano, si deve combattere sempre l'oppressione»

CAPE COAST - Un'«esperienza commovente in un luogo di profonda tristezza» e importante soprattutto «per le mie figlie Sasha e Malia». Così il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha definito la sua visita oggi alla fortezza di Cape Coast, un castello a 160 chilometri da Accra, dove nei secoli passati venivano rinchiusi a migliaia gli schiavi africani prima di salpare per l'America, per «il viaggio senza ritorno».

Obama è andato a Cape Coast con le sue bambine e la moglie Michelle, il cui bis-bis-bisnonno partì dall'Africa come schiavo in catene - anche se non è noto da quale zona del continente provenisse. La 'first family' ha ascoltato due guide che le hanno spiegato come funzionava la tratta e la prigionia in questa fortezza costruita nel XVII secolo e oggi restaurata, una delle decine di prigioni di questo tipo ormai in rovina sulla costa dell'Africa occidentale. L'insegnamento che si deve trarre, ha detto in una breve dichiarazione, è che «qualsiasi gruppo di persone che degrada un altro gruppo di persone dev'essere combattuto», bisogna «lottare contro l'oppressione di ogni tipo».

Ma allo stesso tempo, ha detto il primo presidente afro-americano della storia degli Stati Uniti salutando «il coraggio di tanti bianchi e neri per abolire lo schiavismo», «per quanto triste possa essere la storia, è sempre possibile sormontarla». Dopo la visita a Cape Coast, Obama e la famiglia presidenziale lasceranno il Ghana per tornare a Washington.