28 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Disordini Xinjiang

Guerriglia a Urumqi, han a caccia di uiguri musulmani

In gruppi armati di bastoni organizzano milizie

Urumqi - La guerriglia urbana è esplosa oggi pomeriggio a Urumqi, la capitale dello Xinjiang, dove cinesi han cercano vendetta per gli incidenti di domenica scorsa, che secondo le cifre ufficiali hanno fatto 156 morti di origine non specificata. Aramari di bastoni e barre di ferro, a migliaia gli han sono scesi in strada nel centro della città per una caccia allo uiguro. «Cittadini han unitevi» gridano marciando dalla Via del Popolo e la Via della Chiarezza verso via della Liberazione.

Secondo i testimoni intorno alle 16 gruppi di han hanno forzato le barricate della polizia e iniziato a distruggere i pochi negozi gestiti da uiguri nel centro della città. La polizia ha risposto con il lancio di lacrimogeni per disperdere i manifestanti e la folla che li sostiene.

La rabbia degli han è rivolta contro quelli che chiamano 'una minoranza di banditi separatisti', guidati dall'estero con l'intento di attentare all'ordine sociale. «Siete voi che li sostenete. Questi sono affari dei cinesi, cosa ci fate voi qui? Se non ci foste voi i separatisti non avrebbero forza«grida la folla ai giornalisti stranieri.

La circolazione è attualmente bloccata, le strade del centro intorno alla Piazza del Popolo sono bloccate da catene di forze armate speciali della polizia e dell'esercito. Le forze dell'ordine cercano di impedire che gli han irrompano nei quartieri musulmani in cui si concentrano gli uiguri. «Abbiate fiducia in noi, non impedite il nostro lavoro, stiamo già arrestando i banditi. Tornate indietro e difendete le vostre case» spiega un militare ad un gruppo di giovani che cerca di avanzare verso la zona uigura. «I nostri negozi sono già stati distrutti, che cosa dobbiamo aspettare, che ci siano ancora più morti?» rispondono i ragazzi ansiosi di farsi giustizia da soli. Davanti ai magazzini Wangfujing, dove intorno alle 14 i clienti sono corsi via raccontando di un'irruzione di 'banditi', gli impiegati degli uffici intorno raccontano di essere stati avvertiti di prepararsi alla battaglia. «Abbiamo ricevuto una telefonata che diceva che gli uiguri stanno arrivando dalla Via della Chiarezza, e che dovevamo scendere in strada» racconta un impiegato della Industrial and Commercial Bank of China.

Secondo i presenti dopo l'esplosione della violenza di domenica, ieri era tornata la calma in città, ma oggi, forse motivati dall'arrivo della stampa straniera secondo un copione già scritto lo scorso anno in Tibet, i conflitti etnici sono ricominciati. «In 60 anni di storia della Cina , il 5 luglio è il fatto più grave che sia accudo nello Xiniang a livello sociale ed economico» ha detto questa mattina in conferenza stampa il segretario del Partito di Urumqi, Li Zhi.

Alle 18 la zona intorno alla centrale Piazza del Popolo era di nuovo calma. Scomparsi i gruppi di han, i pochi cittadini che scendono in strada lo fanno portando un bastone alla mano. «E' per difenderci - afferma un uomo- noi han noi facciamo del male a nessuno ma dobbiamo difenderci da questi banditi guidati da Rebiya».

Intanto l'agenzia di stampa Xinhua ha annunciato che stasera a partire dalle 21 e fino alle 8 di domani sarà in vigore il coprifuoco.