Gordon Brown: «potrei mollare tutto», meglio per i miei figli
Ma assicura: «Con me il Labour può vincere ancora»
LONDRA - Le ultime settimane, ha ammesso Gordon Brown nella intervista oggi pubblicata su The Guardian, sono state terribili. «Non voglio esagerare», ha detto il premier britannico, ma è stata «una delle «peggiori» esperienze della sua vita politica. L'intervista, in cui Brown ammette di essere rimasto «ferito» dagli attacchi personali ricevuti nelle ultime settimane, è il risultato di due lunghe conversazioni a Downing Street ed è la prima dalla cocente sconfitta del Partito Laburista alle elezioni europee dello scorso 7 giugno.
Il primo ministro britannico annuncia così per la prima volta che sarebbe anche pronto a rassegnare le dimissioni: «ad essere onesti potrei abbandonare tutto domani». Rispondendo alle domande Brown ha osservato: «Non sono interessato a rimanere al potere, non mi preoccuperebbe non tornare più in questi luoghi, Downing Street, Chequers. Probabilmente sarebbe meglio per i miei figli».
Brown ha ammesso di avere delle debolezze di comunicazione: «Non sono bravo come comunicatore, non quanto vorrei essere»: vale a dire non quanto il suo predecessore Tony Blair, per cui l'abilità mediatica e il carisma erano indubbiamente asset in grado di far inghiottire all'opinione pubblica rospi ben più grossi di quelli manovrati finora da Brown. Quanto alle manovre politiche, Brown ha addirittura affermato «Non credo, in effetti, di essere bravo per niente».
Cosa comporta l'ammissione che Brown potrebbe anche mollare tutto? Un momento di sincerità? La valutazione obbiettiva che il costo delle ultime settimane è tale da far sognare una vita più tranquilla? Un 'attacco preventivo' che mira anche a conquistarsi le simpatie del pubblico? «Probabilmente sarebbe meglio per i miei figli» ha detto il premier. Sposatosi tardi nella vita, a 49 anni, con Sarah Macaulay, Brown ha vissuto la tragedia della prima figlia Jennifer, morta poco dopo il parto nel 2002; dei due maschi nati poi, John Macauley e James Fraser, il secondo è malato di mucoviscidosi (fibrosi cistica), una malattia genetica che porta a infezioni ricorrenti dei polmoni e di altri organi e che può essere mortale in giovane età.
Gordon Brown soffre del peccato politico di non essere stato eletto, poiché l'ex ministro delle Finanze ha ripreso la leadership del partito laburista e quindi la guida del governo dopo le dimissioni di Tony Blair. Il Labour aveva vinto da un anno le elezioni per la terza volta consecutiva. I sondaggi da mesi sono molto negativi per il premier, che vede sommate le difficoltà della crisi economica allo scandali dei rimborsi spese e alla popolarità crescente del giovane leader dei Conservatori, David Cameron.
D'altronde il premier britannico ha insistito nell'intervista al Guardian sul fatto che con la sua guida, il Labour può vincere le prossime elezioni.
E poi, cosa potrebbe fare in futuro? Nell'intervista al Guardian suggerisce che potrebbe rivolgersi verso l'insegnamento. Brown, laureato in scienze politiche con una tesi sulla storia del Labour in Scozia fra il 1918 e il 1921, ha fatto politica fin da giovanissimo. La politica è stata la sua vita. Tanto che una sua ex fidanzata, la principessa Margarita di ROmania, figlia dell'ex re Michele, ebbe a dire della loro relazione: «Era una storia molto solida, molto romantica. Io gli ho sempre voluto bene, ma un giorno non mi è più bastato. Era sempre politica, politica, politica, e io volevo qualcuno che si prendesse cura di me».