18 aprile 2024
Aggiornato 21:00

Neonati congelati: madre sotto processo per 3 omicidi in Francia

La donna era in diniego di gravidanza; li uccise fra 1999 e 2003

Tours (Francia) - Si apre oggi in Francia il processo a Véronique Courjault, 41 anni, a tre anni dalla scoperta di due neonati nel congelatore della sua casa a Seoul, in Corea del Sud. La madre di famiglia aveva ammesso di aver ucciso tre dei suoi figli dopo gravidanze vissute in diniego. La corte d'assise di Tours, riunita fino al 17 giugno, potrebbe condannarla all'ergastolo.

La vicenda aveva fatto parlare del fenomeno del diniego di gravidanza, ovvero delle donne che non ammettono di aspettare un bambino nemmeno di fronte a se stesse; in certi casi, e forse per conseguenza, anche le manifestazioni fisiche della gravidanza risultano pressoché invisibili.

Giacca chiara, camicia azzurra, Courjault è apparsa molto magra e a disagio, con respirazione affaticata. E' in carcere da due anni e mezzo. Il marito Jean-Louis è stato scagionato da lei stessa; era presente in aula come la famiglia della donna, la suocera e la cognata: tutti la sostengono.

Jean-Louis Courjault scoprì i corpi di due neonati nel congelatore il 23 luglio 2006 e chiamò la polizia. La coppia si trovava allora in Corea del Sud perché il marito, ingegnere, lavorava nel paese per una società americana. I due negarono di essere i genitori, salvo essere smentiti dalle prove del Dna praticate dalla polizia francese.

Véronique Courjault allora ha ammesso tre infanticidi: due sui piccoli trovati a Seoul, morti per asfissia secondo l'autopsia, nati nel settembre 2002 e nel dicembre 2003; uno, precedente, su un bimbo nato clandestimente nell'estate 1999 in Francia. Agli psichiatri, ha confessato: «non me li sentivo muovere dentro... Per me non sono mai stati bambini». E il marito, che rimpiange di non aver mai capito il «disagio di mia moglie»: «Succede che le gravidanze siano vissute male. Bisogna cercare di capire».

Nella casa di Touraine, Francia centrale, l'uomo si occupa dei due figli di 14 e 12 anni avuti con Véronique. Due ragazzini che vivono la pubblicità attorno al processo «come una ingiustizia supplementare» secondo il loro avvocato, Pascale Brémant, che ha inutilmente chiesto che il processo si svolgesse a porte chiuse.

Il diniego di gravidanza è una strategia di difesa della psiche, spesso di fronte a feti vissuti come intrusi: un fenomeno relativamente frequente che tocca almeno 1.600 donne all'anno in Francia. Di queste circa 300 si rendono conto di essere incinta solo al momento di partorire.