7 maggio 2024
Aggiornato 04:00

India: le priorità dei primi 100 giorni del governo Singh bis

Misure anticrisi e quote rosa nel discorso al Parlamento

NUOVA DELHI - Coinvolgimento delle donne nella vita politica, lotta alla povertà, tolleranza zero verso il terrorismo e riforme economiche per attrarre investimenti dall'estero per contrastare il rallentamento della crescita. Sono questi i punti principali dell'agenda politica che il governo bis di Manmohan Singh dovrà affrontare nei prossimi cinque anni.

Nel tradizionale discorso davanti ai due rami del Parlamento riunito stamattina a Nuova Delhi, la presidente della Repubblica, Pratibha Patil, ha tracciato una sorta di «road map» per permettere all'India di colmare il divario tra ricchi e poveri, ma anche per sostenere la crescita dell'8,5% registrata negli ultimi cinque anni prima dello shock finanziario mondiale. Nell'anno fiscale 2008-2009 che si é concluso a marzo l'espansione si é fermata al 6,7% e per il prossimo anno é prevista un'ulteriore riduzione.

Tra le priorità fissate dalla presidente Patil nel suo discorso - concordato con la coalizione di maggioranza - c'é «l'intervento nell'economia attraverso una combinazione di politiche settoriali e macroeconomiche per controbilanciare gli effetti della recessione globale». L'attenzione del governo sarà sui settori più colpiti: le piccole e medio imprese, le esportazioni, il tessile, i veicoli commerciali, le infrastrutture e l'edilizia. Una delle misure da prendere sarà quella di finanziare opere pubbliche attraverso partnership statali-private. Ma questi investimenti pubblici devono essere compatibili «con una strategia a medio termine di prudenza fiscale». La ricetta «keynesiana» potrebbe infatti portare ad ingigantire il deficit statale che ora é al livello record di 6,7% del prodotto nazionale lordo. Sempre sul piano economico il governo di Singh - un economista liberale che negli anni Novanta ha introdotto le prime riforme - intende anche incoraggiare gli investimenti stranieri «attraverso politiche appropriate». Molti settori, tra cui il bancario e l'assicurativo, sono ancora protetti e arretrati.

Dopo la nomina di Meira Kumar, una deputata appartenente alla vasta comunità degli «intoccabili», alla presidenza del Lok Sabha (la Camera dei Deputati) sembra che le donne saranno chiamate a giocare un ruolo centrale nel futuro dell'India. La Kumar, una donna scelta dalla potente leader del Congresso, Sonia Gandhi è stata eletta «speaker» con il consenso dell'opposizione indu-nazionalista del Bjp.

Una delle priorità dei primi 100 giorni sarà quella di approvare una serie di leggi da tempo nel cassetto e mirare ad aumentare le «quote rosa» negli organi legislativi centrali e locali. Tra queste c'é il Woman Reservation Bill, che stabilisce una quota del 30% di donne in Parlamento e nelle assemblee legislative locali. Un'altra decisione del governo sarà di far approvare un emendamento costituzionale per assicurare una presenza del 50% di donne nei consigli di villaggio (i «panchayats«), il primo ingranaggio del complesso sistema democratico indiano.

Il rafforzamento del ruolo delle donne va di pari passo con altri programmi nazionali per l'alfabetizzazione e lo sviluppo del settore agricolo, la «cenerentola» dell'India che impiega ancora oltre il 60 per cento della popolazione e che é anche quella più misera. Tra questi ci sono anche 40 milioni di famiglie al di sotto della povertà. Tra le proposte del governo a favore dei poveri c'é di presentare una nuova legge, il National Food Security Act, per assicurare cibo per tutti. Come promesso dal Congresso nel suo manifesto elettorale, le famiglie povere avranno diritto a 25 chili di riso al mese al prezzo sovvenzionato di 3 rupie (un euro é circa 65 rupie al cambio attuale).

Infine da sottolineare la nuova politica di «tolleranza zero» verso il terrorismo, che non é solo quello di matrice islamica che ha colpito Mumbai con le stragi del 26 novembre, ma anche la militanza maoista che controlla parte di alcuni stati del nord est. Per coordinare i servizi segreti l'anno scorso era stata istituita una sorta di «Fbi» che però deve essere ancora resa operativa.

Sul fronte della politica estera infine, l'India cercherà di rilanciare il processo di pace con il Pakistan ma questo dipenderà «dalla sincerità» dell'impegno del governo di Islamabad di «combattere i gruppi che lanciano attacchi all'India dal territorio pachistano». La strage di Mumbai è stata attribuita ad un gruppo estremista pachistano il cui leader, Hafez Said, che si trovava agli arresti domiciliari é stato liberato qualche giorno fa da un tribunale di Lahore per mancanza di prove nonostante il voluminoso dossier di indizi consegnato dagli investigatori indiani al governo pachistano.