2 maggio 2024
Aggiornato 20:30

Olanda: auto contro corteo Regina, morto anche l'uomo al volante

Cinque i manifestanti uccisi prima dello schianto in auto

L'AIA - E' morto il responsabile dell'attacco di ieri contro il corteo della famiglia reale di Olanda. Lo ha annunciato la tv olandese. L'attentato è avvenuto ieri a mezzogiorno nella località di Apeldoorn, 90 chilometri da Amsterdam, dove si celebrava il giorno del tributo a Beatrice d'Olanda, la Festa della regina che, come ogni anno, erano accorsi a omaggiare in migliaia.

L'uomo alla guida di un'auto Suzuki nera ha distrutto un cordone di sicurezza ed è piombato a ottanta chilometri orari fra la folla in festa, falciando una ventina di spettatori prima di finire contro la base di un documento. Cinque i manifestanti uccisi, tre uomini e due donne: quattro sono morti sul colpo mentre un quinto è deceduto dopo il ricovero in ospedale. Tredici i feriti, di cui 8 in gravi condizioni.

La Regina Beatrice si trovava a bordo di un autobus scoperto, insieme al principe ereditario Guglielmo Alessandro e a sua moglie Maxima, poco lontano da dove si è schiantata l'auto. Tutta la famiglia reale è illesa ma la regina, sotto choc per l'accaduto, ha espresso il suo dolore per le vittime e i loro familiari e ha ordinato che tutte le celebrazioni nel paese fossero annullate.

«Tentativo di colpire la famiglia reale» è l'accusa mossa dalla procura generale contro l'autore della strage, una guardia notturna, Kart T., 38 anni, cittadino olandese figlio di olandesi, immediatamente ricoverato in ospedale e poi morto stamattina. Dopo la strage avrebbe ammesso di fronte agli agenti di aver compiuto il gesto «deliberatamente».

Pare avesse perso di recente il lavoro ma sembra non soffrisse di problemi psichici. Dietro alla furia omicida dell'uomo - secondo gli investigatori, che hanno immediatamente perquisito l'auto semidistrutta e l'abitazione del killer senza trovare tracce di esplosivo - non c'è comunque un gruppo organizzato né l'ombra del terrorismo internazionale. «E' stato un gesto consapevole» ha confermato il capo degli investigatori Ludo Goossens.