20 aprile 2024
Aggiornato 10:30

Libano, Clinton a Beirut: vogliamo elezioni senza ingerenze

«Apertura alla Siria non intaccherà la sovranità libanese»

Beirut - A un mese e mezzo dalle elezioni parlamentari il segretario di Stato americano, Hillary Clinton, ha fatto oggi tappa in Libano, dove ha incontrato il presidente della Repubblica Michel Suleiman. «Sono qui per esprimere il sostegno del presidente Obama al popolo del Libano, per un Libano indipendente e sovrano e per delle elezioni libere e senza ingerenze», ha detto il capo della diplomazia Usa ai giornalisti al termine del suo colloquio con Suleiman.

Quelle del prossimo 7 giugno sono le prime elezioni che si svolgono nel Paese dei Cedri dopo le violenze del maggio 2008, le più gravi dalla fine ella guerra civile nel 1990. Clinton non si è voluta sbilanciare in pronostici e ha preferito non «speculare» su un possibile risultato favorevole allo schieramento filo-siriano guidato da Hezbollah, il gruppo sciita inserito nella lista delle organizzazioni terroristiche degli Stati Uniti dal 1997.

L'amministrazione Obama, che sta cercando di riavvicinarsi alla Siria dopo le tensioni degli ultimi anni, seguite all'intervento militare in Iraq nel 2003 e all'uccisione dell'ex premier libanese Rafik Hariri, non intende però avviare contatti con l'Hezbollah se il gruppo guidato da Hassan Nasrallah non rinuncerà prima alla violenza e non riconoscerà lo Stato di Israele.

Proprio alla luce di questa nuova iniziativa diplomatica verso la Siria, Hillary Clinton ha voluto oggi rassicurare i libanesi che un'apertura nei confronti di Damasco non avrà alcuna ripercussione sulla sovranità e sull'indipendenza del loro Paese. «Non faremo niente che possa intaccare la sovranità del Libano», ha detto in conferenza stampa il capo della diplomazia Usa.

«Voglio assicurare a tutti i cittadini libanesi che gli Stati Uniti non tradiranno mai il Libano o il popolo libanese», ha affermato Clinton, che ha ribadito il suo apprezzamento per il recente scambio di ambasciatori tra Libano e Siria, che ha sancito l'apertura di relazioni diplomatiche tra i due Paesi vicini per la prima volta dalla proclamazione della loro indipendenza.