Pakistan: Usa e Gb in affanno per disinnescare nuova crisi
Inviato speciale Usa Holbrooke discute con Zardari e Sharif
ISLAMABAD - La crisi politica in Pakistan sta assumendo una piega pericolosa. Tanto più si avvicina il giorno della grande manifestazione a Islamabad (lunedi' prossimo) tanto più frenetica diventa l'attività diplomatica di Washington e Londra, per disinnescare una crisi dalle conseguenze imprevedibili.
Richard Holbrooke, l'inviato speciale della Casa Bianca per il Pakistan e l'Afghanistan, ha avuto una lunga conversazione telefonica con il presidente Asif Ali Zardari sulle possibili conseguenze dello scontro politico in atto con il leader dell'opposizione Nawzan Sharif e sui timori che l'esercito possa effettuare un colpo di mano, approfittando della situazione.
Anche David Miliband, ministro degli Esteri britannico, ha parlato con Zardari: il colloquio ha toccato in particolare - scrive oggi il quotidiano britannico The Times - la questione della «lunga marcia» organizzata dagli avvocati che da tutto il paese convergeranno sulla capitale. Davanti al parlamento, lunedì, gli avvocati e l'opposizione chiederanno al governo maggiori garanzie di indipendenza per gli organi giudiziari e di reintegrare nelle sue funzioni l'ex presidente della Corte suprema, deposto dall'allora presidente, il generale Pervez Musharraf.
In risposta all'annunciata marcia, il governo ha proceduto all'arresto di almeno 300 attivisti e ha vietato i raduni in due delle quattro province del Paese. Anne Patterson, ambasciatore Usa in Pakistan, ha incontrato ieri il leader della Lega Musulmana, Sharif, per cercare di convincerlo a più miti propositi nei confronti del Presidente. Ma i toni al momento non sembrano addolcirsi, tanto da indurre Sharif a dichiarare che, a suo parere, Zardari «non durerà i cinque anni del suo mandato».