19 aprile 2024
Aggiornato 19:00

Spagna: Commemorazioni 11-M in tono minore e fra le polemiche

Famiglie vittime: «Prima strumentalizzati, poi dimenticati»

MADRID - A cinque anni dall'attentato dell'11 marzo 2004 alla stazione Atocha di Madrid, che uccise 192 persone e ne ferì oltre 2000, per la prima volta quest'anno le commemorazioni dell'«11-M» si limiteranno a solenni offerte floreali in presenza delle autorità municipali e regionali, senza alte cariche dello Stato come il re e i principi delle Asturie: la camera dei deputati (Congreso) ha osservato un minuto di silenzio per le vittime nella 'sessione di controllo' a cui hanno partecipato sia il premier José Luis Zapatero che il capo dell'opposizione del Partido popular (Pp) Mariano Rajoy.

Il primo ha espresso «sostegno e riconoscimento a tutte le vittime e ai familiari per quella grave tragedia», mentre il secondo ha manifestato «affetto e solidarietà». L'assenza di atti solenni di Stato o grandi concerti corali come negli anni scorsi è stata oggetto di critiche e polemiche da parte delle associazioni dei familiari delle vittime, che si sentono dimenticate e abbandonate dopo quattro anni di strumentalizzazioni politiche.

«Oggi non ci sono foto per l'occasione, siamo passati in secondo piano», lamenta Pilar Manjon, presidente dell'Associazione 11-M, in un'intervista a 'El Pais'. «Dopo cinque anni in cui si sono tirati i nostri morti sui piedi gli uni con gli altri, sono arrivati a un«entente cordiale'», ha dichiarato. Il riferimento di Manjon è alla 'teoria della cospirazione', alimentata nella scorsa legislatura dal Pp e dal giornale di destra 'El Mundo' per cercare di dimostrare che l'Eta fosse in qualche modo coinvolta negli attacchi: questa tesi, difesa subito dopo l'attentato dal governo di José Maria Aznar contro l'evidenza delle indagini, costò al Pp le elezioni del 14 marzo 2004.

El Mundo negli ultimi giorni ha ripreso con veemenza i tentativi di screditare le indagini e il processo ai terroristi islamisti che sono stati condannati l'anno scorso, ad esempio intervistando Jamal Zougham e sostenendo che alcuni indizi che avrebbero potuto suggerire la sua innocenza non furono mai esaminati nell'istruttoria. «Ci sono giornali che fanno interviste con assassini», ha accusato Manjon, «prima erano solo imputati e se li pagavano ci raccontavano pure la guerra civile, ora sono assassini». Ma la presidente dell'Associazione 11-M, che nell'attentato perse il figlio Daniel di 20 anni ce l'ha anche col governo: alcune vittime, dice, «non hanno nulla da mangiare o per pagare una stuoia per dormire, quasi tutti immigrati, ma anche spagnoli».

Manjon denuncia minacce di terroristi jihadisti, reclama la creazione di una procura specializzata come per l'Eta e la tipizzazione di reati come reclutamento e indottrinamento. Altre polemiche sono derivate dalla decisione del gruppo socialista all'assemblea regionale di Madrid di non partecipare per protestare contro la decisione dell'autoritaria 'presidenta' Esperanza Aguirre di chiudere in anticipo una commissione di inchiesta su uno scandalo di spionaggio interno del Pp nella regione, che nelle scorse settimane ha avuto riflessi sulla politica nazionale. Il Pp ha definito l'atteggiamento del Psoe «un errore» perché l'omaggio alle vittime «è al di sopra delle discrepanze politiche». Su tutto questo, si tiene oggi a Madrid la «Giornata europea per il ricordo delle vittime del terrorismo», a cui partecipano associazioni delle vittime di altri paesi fra cui Italia, Francia, Svezia e Irlanda del Nord.