26 aprile 2024
Aggiornato 05:00
World Social Forum

Legambiente: «Il modello neoliberista ha fallito»

«Ripartire dalla giustizia climatica per uscire dalla crisi»

«Per uscire dalla crisi è imperativo abbandonare il modello neoliberista responsabile della crisi globale che sta affliggendo il pianeta. I mutamenti climatici espongono le aree geografiche meno sviluppate e le fasce più povere della popolazione ad un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita e a emigrazioni di massa e rendono urgente il ripensamento di tutto il modello produttivo».

E’ l’appello lanciato dal responsabile del dipartimento internazionale di Legambiente Maurizio Gubbiotti da Belem in Brasile dove è in corso di svolgimento la nona edizione del Forum Sociale Mondiale insieme al presidente dell’associazione Vittorio Cogliati Dezza.

«Da questo Forum – ha aggiunto Cogliati Dezza - è emersa chiaramente la volontà della società civile, qui rappresentata da un cartello di quasi seimila associazioni e movimenti provenienti da ogni parte del mondo, di lavorare per creare consenso e proporre alternative di sviluppo economico capaci di mitigare gli effetti dei mutamenti climatici attraverso lo sviluppo delle fonti rinnovabili e la diffusione di modelli di comportamento più attenti al risparmio delle risorse e alla giustizia sociale.

Questa necessità è stata qui ribadita anche capi di Stato di Brasile, Bolivia, Ecuador Paraguay e Venezuela ed è arrivato il momento che diventi una realtà. L’intenzione dichiarata dal nuovo presidente degli Stati Uniti Obama di voler raggiungere un accordo vincolante a Copenaghen per ridurre le emissioni di anidride carbonica – continua il presidente di Legambiente - manifesta che gli Usa sono finalmente disposti a fare la loro parte e anche la strategia tracciata dall’Europa indica chiaramente l’urgenza di coinvolgere e sostenere i paesi in via di sviluppo nella battaglia contro l’effetto serra. I paesi industrializzati – conclude Cogliati Dezza - si assumano dunque questa responsabilità e lavorino seriamente perchè un mondo diverso è ancora possibile».