3 maggio 2024
Aggiornato 13:30
Guerra Congo

In Congo arrivano i caschi blu

Ma rimane alto il rischio di una catastrofe umanitaria

Un primo convoglio umanitario con gli aiuti dell'Onu è arrivato a Rutshuru, capoluogo del Nord Kivu e roccaforte dei ribelli nell'est della Repubblica democratica del Congo. Il convoglio, scortato da 50 caschi blu, era partito all'alba da Goma, 75 chilometri più a sud, con acqua e medicinali forniti anche da alcune Ong.

Gli aiuti serviranno anche per le migliaia di sfollati che stanno tornando alle proprie case nel Nord Kivu dopo il cessate il fuoco proclamato mercoledì scorso dal capo dei ribelli, il generale Laurent Nkunda, e dalle forze governative.

I caschi blu dell'Onu, assicura il capo della forza di pace delle Nazioni Unite, Alain Le Roy, «faranno il massimo» per proteggere i civili a Goma, la città della Repubblica democratica del Congo minacciata dai ribelli di Nkunda. Tuttavia la preoccupazione rimane, in particolare per le 50mila persone che la scorsa settimana erano fuggite dai campi profughi di Rutshuru, dati alle fiamme dai ribelli. Gli uomini del primo convoglio giunto in città dovranno valutare la possibilità di inviare nei prossimi giorni altri aiuti nelle zone controllate dai ribelli.

Intanto a Goma è stato imposto il coprifuoco dalle 23 alle 5 del mattino per mettere fine alle violenze, agli stupri e ai saccheggi degli ultimi giorni. La città, circondata dai guerriglieri, sta tornando lentamente a rianimarsi con la riapertura dei negozi dopo che nel weekend le strade si erano svuotate per paura di un'avanzata dei ribelli.

Per ora, però, non è stato ancora avviato nessun negoziato che possa scongiurare l’aggravarsi della situazione. Il governo di Kinshasa, infatti, ha rifiutato un confronto diretto con il leader dei ribelli della provincia orientale del Nord-Kivu, guidati Nkunda. Secondo il portavoce del governo, Lambert Mende, «Non ci sono piccoli e grandi gruppi armati. Il fatto di creare un disastro umanitario non procura diritti speciali» rispetto agli altri gruppi armati che operano nella provincia del Nord-Kivu. «Il governo – ha aggiunto - non vede alcuna ragione per discriminare altri gruppi di congolesi che hanno proposte da fare» sulla crisi.

La replica di Mende arriva dopo le dichiarazioni di Nkunda rilasciate a un gruppo di giornalisti nella sua roccaforte di Kichanga. «Vogliamo un negoziato diretto con il governo», aveva detto il generale, «Se non se ne farà nulla, costringeremo questo governo a lasciare il potere».

L’aut-aut non è piaciuto a Mende che ha apostrofato affermazioni di Nkunda come «indegne e irresponsabili», aggiungendo che il governo è pronto a discutere con i ribelli del Congresso nazionale per la difesa del popolo (Cndp) del generale Nkunda nell'ambito del processo di pace avviato lo scorso gennaio con la firma di un accordo a Goma. Accordo violato alla fine di agosto, con la ripresa degli scontri.