19 aprile 2024
Aggiornato 13:00
L'allarme dell'EURISPES

1 italiano su 3 non arriva a fine mese

Le regioni più in difficoltà sono quelle del Mezzogiorno dove si manifesta la più alta concentrazione di chi non arriva a fine mese (41,9% per il Sud) o è costretto ad utilizzare i propri risparmi (il 64% per il Sud e il 58,9% per le Isole)

ROMA - Quasi un italiano sui tre, il 30,8%, non riesce ad arrivare a fine mese con le proprie entrate. Le regioni più in difficoltà sono quelle del Mezzogiorno dove si manifesta la più alta concentrazione di chi non arriva a fine mese (41,9% per il Sud) o è costretto ad utilizzare i propri risparmi (il 64% per il Sud e il 58,9% per le Isole). A lanciare l'allarme povertà è l'Eurispes nel rapporto 2013.
«Per questa domanda - ha spiegato l'Istituto - è stato registrato un tasso di non risposta decisamente alto (12%) che potrebbe indicare un disagio maggiore rispetto a quello rilevato».

Tra quanti arrivano comunque alla fine mese non manca chi, il 51,8%, vi riesce soltanto utilizzando i propri risparmi. Tentare di risparmiare qualcosa risulta praticamente impossibile per tre italiani su quattro (74,7%). Sul versante delle difficoltà incontrate dagli intervistati nel pagamento delle rate del mutuo o nel saldo mensile dell'affitto per la casa, si registra nel primo caso un disagio che tocca il 29,1% e, nel secondo, il 26,8%.
Il numero di quanti hanno preferito non indicare una risposta precisa tocca livelli elevati (rispettivamente il 21,5% e il 30%) tali da far ritenere più alta la quota di chi ha difficoltà a far fronte all'impegno mensile per saldare la rata del mutuo o l'affitto della propria casa. Disoccupati o inoccupati, ovvero in cerca di nuova o prima occupazione si confermano le categorie maggiormente in difficoltà, incapaci di arrivare a fine mese rispettivamente nel 44% e nel 48% dei casi oppure costretti ad utilizzare i propri risparmi, nel 72% e nel 68% dei casi.

SCHIAVI DELLE RATE - Italiani sempre più schiavi delle rate, anche per far fronte alle spese mediche.
Alle rate ha fatto ricorso il 29% degli italiani per effettuare acquisti. Il pagamento rateizzato è diffuso soprattutto per comprare beni considerati «durevoli»: elettrodomestici (37%), automobili (36,4%), computer e telefonini (22,7%), arredamento (23,5%) e non per lussi o beni deperibili (alimentari, viaggi, vestiti). Ma è «preoccupante» considerare che il 22,4% ricorre alla rateizzazione per far fronte anche alle cure mediche.

Il fabbisogno di liquidità è testimoniato anche dal ricorso al «compro-oro» (18,7%). La rilevazione dello scorso anno faceva registrare un'impennata del ricorso alla vendita di beni preziosi presso questi particolari negozi apparsi come funghi, nel giro di pochi anni, sia nelle città sia nei piccoli paesi di provincia. Il numero di quanti dichiaravano di essersi rivolti ad un «compro-oro» passava quindi dall'8,5% del 2012 al 28,1% del 2013.
Quest'anno il dato subisce un calo di quasi 10 punti percentuali, variazione che può essere interpretata come un fenomeno legato all'esaurimento progressivo dei beni preziosi in possesso degli italiani. Il 46,3% di chi ha fatto ricorso ai «compro-oro» è motivato dalla necessità di sopperire alle esigenze quotidiane, mentre il 30,4% lo ha fatto per disfarsi di beni inutilizzati.
Inoltre, il 19,8% di quanti hanno fatto ricorso ai «compro-oro» lo ha fatto per far fronte alle spese mediche e il 20,3%, invece, per saldare i debiti. Infine, il 15,8% degli intervistati ha venduto beni/oggetti su canali online di compravendita (es.
e-Bay) e il 10,1% ha preso soldi in prestito da privati (non parenti/amici) non potendo accedere a prestiti bancari.