19 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Logistica

«Il cargo aereo evita gli aeroporti italiani e l’Enac resta a guardare»

Lo dice Piero Luzzati, direttore della Confetra - Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica

ROMA - È in atto da anni un dirottamento del commercio estero italiano verso aeroporti svizzeri, tedeschi o francesi. Secondo una recente ricerca ISPO condotta da Renato Mannheimer sul cargo aereo italiano e le sue criticità, non si tratterebbe solo di una questione di migliore dotazione infrastrutturale, di frequenza dei collegamenti o di quantità di rotte servite; determinante nella scelta dello scalo aeroportuale sarebbe la professionalità, l'efficienza e l'affidabilità delle procedure a terra.

PIETRO LUZZATI - «L'ultimo caso è eclatante - dice Piero Luzzati, direttore della Confetra - Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica - da oltre un anno tutta la filiera del trasporto aereo (spedizionieri, courier, handler, aeroporti, vettori) attende dall'ENAC istruzioni per l'applicazione delle nuove disposizioni europee sulla sicurezza dell'aviazione civile ma l'ENAC inspiegabilmente tace».
«Non tutti sanno - prosegue Luzzati - che circa il 30% del commercio estero italiano, in termini di valore complessivo delle merci trasportate, utilizza la via aerea: non farsene carico significa non solo mortificare il mondo della logistica che opera nel settore, ma penalizzare - con costi sempre maggiori - soprattutto la competitività del Made in Italy nel mondo».