27 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Il testo passa al Senato

Disabili, la Camera si al prepensionamento dei familiari

Ma la norma esclude i conviventi e i dipendenti della scuola e degli enti locali

ROMA - Alle lavoratrici e ai lavoratori dipendenti o autonomi del settore privato, iscritti alle gestioni dell'Inps, che si dedicano al lavoro di cura e di assistenza di familiari disabili al 100 per cento è riconosciuto il diritto al prepensionamento. Lo prevede il testo approvato oggi all'unanimità dall'Aula della Camera che, tuttavia, esclude dal beneficio i dipendenti del mondo della scuola e degli enti locali e le persone, ad esempio i conviventi, che non abbiano vincoli di parentela con il disabile assistito. La norma è rivolta dunque solo al coniuge, genitore, fratello, sorella o figlio.

Il provvedimento, che passa ora all'esame del Senato, è a tempo: dura cioè tre anni (dal 2010 al 2012) al termine dei quali si valuterà se riconfermarlo. Dopo un lungo tira e molla tra la commissione Bilancio e l'Assemblea, la Commissione guidata dal leghista Giancarlo Giorgetti ha individuato questo pomeriggio la copertura finanziaria delle nuove norme nell'aumento dell'accisa sugli alcolici. Una copertura che tuttavia non ha permesso di includere tra i beneficiari del prepensionamento i dipendenti della scuola e degli enti locali.

Il diritto al prepensionamento è riconosciuto, a fronte di un periodo costante di assistenza al familiare convivente disabile pari almeno a diciotto anni, ai lavoratori che abbiano compiuto il sessantesimo anno di età e alle lavoratrici che abbiano compiuto il cinquantacinquesimo anno di età e a seguito del versamento di almeno venti anni di contributi previdenziali. Nel caso di handicap congenito o di handicap che si manifesta dalla nascita, certificato da una struttura pubblica del Servizio sanitario nazionale, la costanza di assistenza è comunque calcolata dalla data di nascita.