18 agosto 2025
Aggiornato 13:30
Lanciato un fondo di solidarietà per le famiglie senza sostegno

L’iniziativa della Cisl Fp: un’ora di lavoro a chi perde l’occupazione

Faverin: “Contro la crisi c’è chi protesta e chi dà una mano a chi sta peggio”

ROMA - Un’ora di lavoro dei dipendenti pubblici da destinare a favore dei tanti colleghi del settore privato che la crisi ha lasciato senza lavoro e che non possono contare sui necessari interventi di sostegno. E’ l’iniziativa lanciata dalla Cisl Funzione pubblica che parte oggi in tutti gli enti e gli uffici pubblici d’Italia con lo slogan «Dai un’ora del tuo lavoro a chi lo ha perso».

«In un momento di grande difficoltà per i lavoratori del settore privato e per le loro famiglie ci sembra giusto promuovere un gesto concreto di solidarietà nei loro confronti da parte dei dipendenti e dei professionisti delle amministrazioni pubbliche. Per questo abbiamo lanciato l’idea di un fondo di solidarietà finanziato attraverso il versamento volontario di un’ora di lavoro dei dipendenti pubblici e destinato a chi paga le conseguenze maggiori di questa crisi terribile, cioè i tanti lavoratori dell’industria e dei servizi privati che sono rimasti senza occupazione e senza alcuna forma di supporto» è il commento del segretario Giovanni Faverin.

«Contro la crisi c’è chi va in piazza a protestare e chi si mette una mano sul cuore e l’altra in tasca per dare un contributo a chi sta peggio» sottolinea Faverin in riferimento alla manifestazione in programma per il 4 aprile. «La protesta rappresenta infatti in questo momento un’azione fine a se stessa, la testimonianza di un malessere a cui non si sanno dare risposte. Noi preferiamo essere costruttivi e responsabili, donando un’ora del nostro lavoro a chi lo ha perso».

«Questa iniziativa – prosegue il segretario della Cisl Fp – assume un valore forte rispetto al senso di solidarietà e alla coscienza dei tanti professionisti pubblici che sono spesso ingiustamente attaccati senza considerazione per la loro funzione e per lo spirito di servizio a favore del Paese».

«Ma segna anche la direzione giusta di un percorso sindacale che deve recuperare – conclude Faverin – unità d’intenti non «contro» qualcuno o qualcosa, ma «per» qualcuno o qualcosa: cioè le persone che sono in difficoltà, la dignità del lavoro messa a dura prova dalla recessione, la sostenibilità di un modello economico e sociale che vogliamo più solidale».