GB, protesta nella raffineria Total: «Gli italiani ci portano via il lavoro»
I lavoratori della Lindsey Oil scioperano contro le assunzioni di operai specializzati italiani e portoghesi che devono realizzare un nuovo impianto
La protesta contro l'arrivo di operai italiani sul sito della raffineria Lindsey Oil, nell'est dell'Inghilterra, si estende a macchia d'olio in tutto il Regno Unito. Per il terzo giorno consecutivo, i lavoratori hanno incrociato le braccia nel sito del Lincolnshire ma altre centinaia sono in sciopero in Scozia, in Galles e in altre regioni dell'Inghilterra. Il governo inglese intanto fa sapere che «entro pochi giorni» avrà colloqui con l'industria del settore.
All'origine della protesta, che ha preso il via mercoledì scorso, c'è la scelta, da parte della compagnia petrolifera francese Total dell'impresa italiana Irem per la costruzione di un nuovo impianto della raffineria: un appalto da 220 milioni di euro con l'impiego di operai italiani e portoghesi. » Sono opere ad alta specializzazione, che richiedono manodopera iper specializzata, spiega all' agenzia Apcom Giovanni Musso, vicepresidente del gruppo di Siracusa . Loro in quella raffineria avevano problemi con questo progetto che dura da anni e ci hanno chiamati. Abbiamo fatto una gara - precisa - e l'abbiamo vinta secondo le norme internazionali.«
Ora la vicenda sta rimbalzando su tutti i siti internazionali. La Total ha rassicurato che non ci saranno licenziamenti «diretti» come risultato dell'appalto e che il personale impiegato dalla Irem sarà pagato esattamente come altri lavoratori sul sito, dimostrando in questo modo che non si tratterebbe di risparmiare sul costo della forza lavoro.