19 agosto 2025
Aggiornato 05:30
1 euro di contributo statale genera 3,4 euro di investimenti

La competitività del sistema manifatturiero passa per gli interporti

Movimentati 66 milioni di tonnellate di merci l'anno, 1.021 aziende di logistica, 18.000 addetti, 20.600 occupati nell'indotto, 1,6 miliardi di euro di valore aggiunto: i numeri della rete interportuale italiana

ROMA – Il 25% della merce trasportata su ferro in Italia transita per i 18 interporti attualmente operativi, che movimentano complessivamente più di 66 milioni di tonnellate di merci l’anno, il 37% delle quali tramite intermodalità. Tenendo conto delle altre strutture che entreranno in funzione (29 interporti nel complesso, considerando anche quelli in fase di avvio o in progettazione), è prevedibile il rapido superamento della soglia dei 70 milioni di tonnellate movimentate.

All’interno dei 18 interporti oggi operativi sono localizzate 1.021 aziende di logistica e lavorazione merci, per un totale di 18.000 addetti (il 6,5% degli addetti alle attività ausiliarie ai trasporti terrestri), cui corrisponde un indotto di almeno altri 20.600 occupati.

Il sistema interportuale genera un valore aggiunto di 1,6 miliardi di euro, pari al 2,3% del valore aggiunto (in termini correnti) prodotto in Italia dal comparto dei trasporti e delle attività logistiche ausiliarie.

Gli investimenti realizzati negli ultimi 10-15 anni sono stati molto consistenti. L’intervento pubblico, attivato in modo deciso a partire dal 1992, ha reso disponibili finanziamenti per 310 milioni di euro (che dovrebbero avvicinarsi ai 500 milioni nel 2010), stimolando la realizzazione o il completamento di terminal ferroviari, opere di ristrutturazione, magazzini, opere idrauliche e stradali interne alle strutture interportuali. Ad oggi, 1 euro di contributo statale ha originato 3,4 euro di investimenti effettivamente realizzati.

L’offerta di servizi logistici ad alto valore aggiunto da parte degli interporti costituisce già oggi un importante volano della crescita economica, rendendo più competitivo il sistema manifatturiero attraverso servizi di trasporto, movimentazione e magazzinaggio delle merci, e rapidi collegamenti con altri nodi del sistema logistico. L’obiettivo è di far crescere ancora la quota di merci in transito negli interporti (oggi stimata al 4,4% del totale movimentato in Italia) e sviluppare soprattutto il trasporto combinato.

L’idea di fare di alcuni interporti delle strutture logistiche «lato terra» legate in modo funzionale ai porti, con l’istituzione di treni navetta tra porto e interporto, inizia ad avere sempre più concretezza. Porti e interporti dovrebbero sviluppare un ruolo di comprimari nella costituzione di una rete logistica integrata che consenta di ottimizzare i flussi di merci e l’uso degli spazi disponibili, favorendo il decongestionamento della rete viaria principale (specie al Nord) e delle principali aree portuali (specie nell’alto Tirreno), determinando così una maggiore efficienza operativa e il contenimento dei costi legati alla logistica.

Non mancano tuttavia alcune criticità. Più ci si sposta verso sud, meno dinamico appare il sistema degli interporti. Se Nola e Marcianise, in Campania, registrano livelli di movimentazione superiori al milione di tonnellate l’anno, altri interporti come quelli di Pescara e Bari presentano ancora un transito merci piuttosto contenuto.

Resta ancora molto da fare. Occorre arrivare ad un maggiore coordinamento tra i soggetti a presidio delle reti e dei nodi infrastrutturali italiani, migliorare la rete ferroviaria e realizzare infrastrutture di innesto degli interporti nella rete autostradale. È poi necessaria una drastica semplificazione delle procedure burocratiche, legate ad esempio al rilascio della Valutazione di impatto ambientale o all’approvazione, da parte degli organi pubblici competenti, degli strumenti di pianificazione urbanistica. Per quasi tutti gli interporti, il periodo intercorso tra la fase di approvazione del progetto esecutivo e la sua realizzazione è estremamente lungo, spesso superiore a 10 anni.

Questi sono alcuni dei principali risultati di una ricerca realizzata dal Censis per conto dell’Uir (Unione Interporti Riuniti), presentata oggi a Roma, presso la Sala delle Conferenze di Palazzo Marini, da Giuseppe Roma, Direttore generale del Censis, con Alessandro Ricci e Roberto Pesaresi, rispettivamente Presidente e Vice Presidente dell’Uir, il Sen. Luigi Grillo, Presidente della VIII Commissione Lavori Pubblici, Trasporti e Telecomunicazioni del Senato, l’On. Silvia Velo, Vice Presidente della IX Commissione Trasporti della Camera, l’On. Mario Tassone, Vice Segretario Nazionale Udc, con le conclusioni di Bartolomeo Giachino, Sottosegretario del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.