26 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Comunicato delle organizzazioni agricole imprenditoriali

Piano regionale di riconversione bieticola

«Stupore e rammarico per il ricorso al TAR che Coldiretti ER ha presentato contro provvedimenti regionali, ed alle affermazioni distorte diramate a mezzo stampa»

Le organizzazioni agricole imprenditoriali Confagricoltura, Cia, Copagri, e Legacoop Agroalimentare e Fedagri Confcooperative proiettate alla costruzione di strategie comuni ed utili al settore primario, guardano con stupore e rammarico al ricorso al TAR che Coldiretti ER ha presentato contro provvedimenti regionali, ed alle affermazioni distorte diramate a mezzo stampa.
E’ questo quanto affermano le Organizzazioni del comparto agricolo ed agroalimentare dell’Emilia Romagna, accusate di aver indotto la Regione a modificare decisioni assunte in merito ai criteri di priorità ai quali fare riferimento nell’assegnazione di risorse comunitarie finalizzate a favorire la ristrutturazione del comparto bieticolo saccarifero.

Non si può sottacere, riprendono le stesse organizzazioni regionali, che se vi è stata la chiusura di 6 zuccherifici in Emilia Romagna, questo è stato causato dalla riforma dell’OCM di settore che, Coldiretti ha condiviso e salutato come un grande successo della politica italiana.
Allo stesso tempo ricordano che al momento dell’approvazione del Piano Bieticolo di Azione Regionale la Coldiretti condivise i criteri adottati dalla Delibera di Giunta Regionale ora strumentalmente messi in discussione.

Una parte delle risorse previste dal regolamento comunitario (Reg. 320/2006) per la riconversione delle aziende agricole in base al regolamento comunitario, erano e sono finalizzate alla realizzazione di investimenti che possono essere attuati da tutte quelle imprese agricole costrette, dall’abbandono della bieticoltura, ad adottare nuove scelte imprenditoriali.

Affermare ora che i veri imprenditori agricoli saranno beffati dal momento che non si prevede la priorità allo IAP (Imprenditore Agricolo Professionale) è falso anche perché, in base alla normativa nazionale vigente, è grande il numero di IAP che oggi è pensionato, fatto che evidenzia come non sempre il requisito soggettivo (IAP) corrisponda ad aziende vitali e di prospettiva come risulta evidente dal fatto che tale definizione è scomparsa dalla normativa comunitaria che l’aveva generata da quasi 10 anni..

Sono quindi da rigettare con forza le accuse generalizzate che le risorse comunitarie che verranno attivate con la delibera di Giunta Regionale relativa al piano di ristrutturazione del settore bieticolo saccarifero saranno assegnate ai grandi proprietari di terreni ed alle società finanziarie, in quanto in realtà esse verranno erogate tenendo conto delle estensioni ex bieticole in proporzione alla superfice totale di ogni impresa.

Dispiace, verificare ancora una volta come vengano inseriti elementi di tensione e divisione tra le organizzazioni di rappresentanza quando invece le sfide economiche dei nostri tempi e gli interessi del mondo agricolo meriterebbero ben diversa visione unitaria.