29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
Cervo in città

Secondo la Coldiretti da animali selvatici migliaia di incidenti

Sono migliaia le segnalazioni di incidenti provocate dagli animali selvatici come cinghiali, cervi e lupi che stanno proliferando nelle campagne seminando il panico su strade e centri abitati

Sono migliaia le segnalazioni di incidenti provocate dagli animali selvatici come cinghiali, cervi e lupi che stanno proliferando nelle campagne seminando il panico su strade e centri abitati con danni alle persone, alle strutture e alle colture agricole. E' quanto afferma la Coldiretti in riferimento alle scorribande di un cervo sceso nel centro città di Bolzano dove ha provocato paura ma anche ferito due persone in modo non grave.

Anche se l'arrivo di animali selvatici nel pieno centro di un capoluogo di provincia come Bolzano desta scalpore, in realtà sono mesi che la Coldiretti ha lanciato l'allarme in molte regioni del sud, centro e nord Italia sulla presenza di branchi di lupi, cervi, cani selvatici e gruppi di cinghiali guidati da animali fino di oltre 150 chili di peso che stanno «invadendo» campi coltivati, centri abitati e strade dove rappresentano un grave pericolo per gli incidenti anche per chi è in viaggio per la vacanze.
Un fenomeno che con morti e feriti sta mettendo anche a rischio la vita quotidiana della popolazione in molti piccoli centri dove sono sempre più numerosi i casi di cinghiali che si avvicinano pericolosamente ai centri abitati. Oltre ai pericoli per la popolazione il fenomeno della moltiplicazione degli animali selvatici sta provocando gravi perdite economiche con i danni causati dalla fauna selvatica che quest'anno - secondo la Coldiretti - supereranno in Italia i 70 milioni di Euro stimati da un rapporto Eurispes.
Secondo l'Istituto in Italia negli ultimi dieci anni, gli animali selvatici si sono quasi decuplicati, passando dai 123.000 esemplari degli anni a cavallo tra il 1990 e il 1995, all'attuale 1.000.000. Non solo. In aumento anche il numero delle specie selvatiche, passato dalle settanta del 1991 alle centoquindici del 2000.

Manifestazioni di piazza e cortei si sono svolti in molte regioni, dalle Marche al Piemonte dove nel cuneese si concentra il 10 per cento dei cinghiali europei, ma l'emergenza - precisa la Coldiretti - è avvertita praticamente in tutta la Penisola come in Emilia Romagna dove i danni da animali selvatici hanno superato quelli del maltempo, in Puglia dove grande preoccupazione viene dalle lepri ma anche in Umbria dove sono stati stimati danni per 5 milioni di euro, Molise, Abruzzo, Toscana, Liguria, Calabria e Lombardia.
Un allarme che riguarda le imprese agricole, ma anche la società e l'ambiente. Per chi opera nelle aree montane e svantaggiate non c'è più la sicurezza di poter proseguire l'attività agricola ma anche di circolare sulle strade o nelle vicinanze dei centri abitati.

L'agricoltura - sostiene la Coldiretti - è oggi l'unica attività di impresa dove è possibile distruggere senza garantire i giusti indennizzi. E' quanto accade, purtroppo sempre più di frequente, con i danni da fauna selvatica. Cinghiali, daini, mufloni, nutrie, storni e molte altre specie, proliferate ben oltre i limiti, fanno quotidiane incursioni nei campi, devastando le colture. Tali animali sono considerati bene pubblico ma i danni da loro causati vengono al massimo ritenuti ammissibili di essere indennizzati (e non completamente risarciti). Indennizzi che, oltretutto, arrivano in ritardo e che solitamente non coprono che la metà del danno economico subito dall'impresa, anche a causa dei guasti della malaburocrazia.
La Pubblica Amministrazione - sottolinea la Coldiretti - deve mettere in campo da subito una serie di soluzioni, dai piani straordinari di controllo, per garantire la selezione e il prelievo degli animali in soprannumero, all'accelerazione delle procedure di rimborso dei danni, coordinando in maniera più efficace i diversi enti che sovrintendono alla gestione del territorio. Ma serve anche una volta per tutte in trasparenza un settore, quello della carne ottenuta dall'abbattimento dei selvatici, che - conclude la Coldiretti - a volte alimenta un'economia sommersa.