28 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Infrastrutture

Piacenza: «Per anni Biella ha dato. Ora chiediamo quello che ci spetta»

Vasiliy Piacenza, brand manager dell'omonimo lanificio, rilancia ai nostri microfoni l'appello di suo padre Carlo, presidente dell'Unione industriale biellese

Vasiliy Piacenza, brand manager del lanificio Fratelli Piacenza, qual è il suo parere sulla problematica delle infrastrutture a Biella, dopo la denuncia di suo padre Carlo, presidente dell'Unione industriale?
Ripeto un po' il discorso fatto da mio padre. Al giorno d'oggi per noi è fondamentale avere delle infrastrutture che ci permettano di raggiungere i principali capoluoghi come Milano e Torino, e di essere da loro raggiunti. Non possiamo pensare di essere così tagliati fuori da non avere nemmeno un treno diretto, tanto da dover aspettare oltre due ore e magari perdere pure la coincidenza. Per quanto riguarda l'autostrada, vale lo stesso: ci si mette lo stesso tempo dal casello di Milano a quello di Carisio o Balocco che da questi a Biella. Questo è un limite che abbiamo e dobbiamo cercare, in qualche modo, di fare squadra tutti insieme per ottenere quello che ci spetta.

Dal punto di vista imprenditoriale, per un'azienda come la sua, quanto incide sui costi questo problema?
Una percentuale precisa non gliela so dare, ma sicuramente ne guadagneremmo tutti: noi imprenditori come tutto il biellese. Penso a tutte le famiglie che oggi vivono nell'hinterland milanese o fuori da Torino e che potrebbero venire a stare a Biella: un posto meraviglioso, che ha i valori immobiliari più bassi d'Italia. E, oltre ad attirare queste persone, che sicuramente sarebbero molto contente di scoprire il biellese, i prezzi immobiliari tornerebbero a salire e staremmo tutti quanti meglio.

Se la cittadinanza ne subisce un disagio, per le imprese questo è un ulteriore handicap, in un periodo già di crisi in tutta Italia.
Assolutamente. Ed è un handicap non da poco.

Dopo queste denunce c'è stata una mobilitazione o si continua a fare solo parole?
La mobilitazione c'è stata. Spero che, dopo tanto parlarne, si passi veramente all'azione. Si parla dell'elettrificazione della linea ferroviaria, ma a mio parere non basta, c'è ancora da fare. Si parlava anche di Pedemontana, che però a noi forse non servirebbe neanche più di tanto. Per tanti anni il distretto biellese ha dato, adesso è il momento di battere cassa e chiedere di essere aiutati.

Che mobilitazioni ha in mente, e con che strumenti?
Non ci ho pensato, devo essere sincero. Ma forse è il caso di trovarsi, insieme a tutti gli imprenditori biellesi, e cercare di andare alla fonte. So che era stato interpellato il presidente di Trenitalia: un'azione di questo tipo è importante.

Ci sono stati riscontri anche dalla politica?
Sì, si sono già mossi. Ma sa come funziona da noi la politica: è un elefante. Per noi imprenditori, abituati a gestire le nostre aziende in modo più veloce, diventa difficile. Ci auguriamo di trasmettere questo messaggio e facilitare il processo.