26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
La foto dell'ISTAT

Cresce l'innovazione nelle Pmi, in calo le grandi

I settori più attivi sono quelli industriali, in testa l'elettronica con un tasso del 90%. I dati si riferiscono al triennio 2014-2016

BIELLA - Nel periodo 2014-2016, si stima che il 48,7% delle imprese industriali e dei servizi con 10 o più addetti abbia svolto introdotto innovazioni, quota in aumento di 4 punti percentuali rispetto agli anni 2012-2014. E' la fotografia scattata dall'Istat nel report «L'innovazione nelle imprese» relativo agli anni 2014-2016.
La propensione innovativa è in netta ripresa fra le piccole e medie imprese (+4,3 punti percentuali per le prime e +3,4 punti per le seconde), mentre è in lieve calo nelle grandi (81,8%; -1,5 punti percentuali) per effetto di un ridimensionamento nei servizi (dal 76,9% al 72,2%).

L'industria è il settore con la maggiore propensione innovativa (57,1% di imprese innovatrici, in aumento di 7 punti rispetto al triennio precedente e, in particolare, per quasi tutte le grandi imprese industriali l'innovazione si conferma un aspetto centrale delle scelte strategiche aziendali (91,8% e +1,7 punti rispetto al 2012-2014).
Nel triennio di riferimento, quasi tre su quattro imprese innovatrici (73,3%) hanno introdotto innovazioni di prodotto o processo, il 21,8% ha effettuato soltanto forme di innovazione «soft» (non collegate alle tecnologie), come innovazioni organizzative e di marketing, mentre un restante 4,9% ha proseguito attività innovative non ancora portate a termine entro il 2016.

Nel 2016 la spesa per le attività innovative di prodotto-processo è stata in media di 7.800 euro per addetto, in sensibile crescita rispetto al 2014 (6.200 euro). La crescita interessa tutti i settori: dall'industria, che si conferma al primo posto (9.600 euro per addetto contro gli 8.000 del 2014), ai servizi (6.000 euro contro i precedenti 4.300) e, infine, alle costruzioni (4.900 euro per addetto contro i 2.800 del 2014).
Il 31,7% delle innovatrici in senso stretto ha dichiarato di aver beneficiato di incentivi pubblici nel triennio 2014-2016, in sensibile aumento rispetto al periodo precedente (+8,1 punti percentuali).
Il settore che più frequentemente utilizza il supporto pubblico è l'industria: le imprese beneficiarie sono il 39,1% contro il 23,3% nelle costruzioni e il 20,5% nei servizi
Una quota consistente di imprese (37,8% delle innovatrici), ma con una tendenza alla diminuzione (-2,2 punti percentuali rispetto al 2012-2014), sviluppa prodotti «nuovi per il mercato».
Ancora più marcato è il calo di imprese innovatrici che hanno introdotto prodotti «nuovi per il mercato internazionale» (14,5% e -4,8 punti percentuali rispetto al 2012-2014).

Si riduce la propensione alla cooperazione nei processi di innovazione: nel triennio 2014-2016 il 13,6% delle imprese innovatrici in senso stretto ha stipulato accordi di cooperazione per l'innovazione contro il 19,8% del periodo precedente. Resta contenuta, ma stabile nel tempo, la quota di imprese che cooperano con partner stranieri (4,3%).
Nel 2016, nei processi di innovazione delle imprese rispetto al 2014 cresce la componente di Ricerca e sviluppo e, in generale, degli investimenti in capitale intangibile (+6,7 punti percentuali).