18 agosto 2025
Aggiornato 11:30
Sociale

Da Monte di Pietà a «Casa della comunità»

Un nuovo Polo socio-sanitario in via Caraccio grazie a Fondazione, Iris e ASL Biella

BIELLA - E’ stata inaugurata ieri, 21 settembre, la nuova «Casa della comunità» al servizio del territorio biellese; al taglio del nastro hanno partecipato il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella Franco Ferraris, gli Assessori regionali Augusto Ferrari  e Antonio Saitta, il Presidente del CDA del Consorzio I.R.I.S. Paolo Gallana, il Direttore Generale ASL BI Gianni Bonelli, il Presidente del CDA del CISSABO Stefano Ceffa e il Sindaco della Città di Biella Marco Cavicchioli.
Il nuovo polo socio-sanitario riunisce le sedi dei Servizi per la Famiglia, del Consultorio ostetrico-ginecologico e psicosociale dell’ASL BI, del Centro Anti Violenza e del Consorzio I.R.I.S. e si inserisce in un più ampio progetto di rinnovamento della Città avviato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con i principali Enti territoriali.
L’antica sede del Monte di Pietà di Biella costituisce da oggi un punto di riferimento per le persone in situazioni di fragilità sul territorio che grazie a questa nuova collocazione troveranno concentrati in un’unica location una serie di importanti supporti potenziati e resi più accessibili.

FONDAZIONE CRB - «La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella ha creduto da subito con entusiasmo al progetto, per questo ci siamo adoperati con tutte le nostre forze per trovare un accordo che venisse incontro alle esigenze degli enti coinvolti e abbiamo investito risorse affinché il restauro dello storico immobile di Via Caraccio permettesse di creare una sede bella e funzionale per questi importanti servizi territoriali. – Spiega il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella Franco Ferraris – Sono stati realizzati interventi di ristrutturazione di qualità progettati per durare nel tempo che permetteranno una gestione ordinaria economicamente sostenibile Tra i dati più significativi da citare spiccano gli interventi di efficientamento termico ed energetico che secondo i calcoli permetteranno di ridurre i consumi della struttura del 45%, inoltre come sempre la Fondazione ha dato priorità al lavoro delle ditte biellesi.»».

L’edificio di proprietà della Fondazione si presta del resto molto bene a questo tipo di utilizzo in quanto sin dalle origini era caratterizzato da una funzione sociale, fu infatti costruito all’inizio del Novecento dal Monte di Pietà di Biella, che era alla ricerca di una nuova sede poiché quella attigua alla chiesa della SS. Trinità (all’odierno n. 25 di Via Italia) si rivelava ormai inadeguata.

Il vasto tratto di terreno, già adibito a orto, posto a sud dell’ex Convento di San Pietro lungo  Via Vittorio Emanuele (oggi Via Repubblica) e Via Caraccio (all’epoca ancora da tracciare), era stato acquistato dall’Ospedale di Biella. Il progetto dell’ing. Quinto Grupallo, datato 1903, prevedeva un’elegante palazzina di due piani, che ben si adattava alle esigenze del Monte, che si apprestava anche a svolgere le nuove attività di credito permesse dalla Legge.

Il Monte di Pietà di Biella derivava dal Monte Pio fondato nel 1586 dalla Confraternita (dei Disciplinanti) di San Cassiano, la quale, su autorizzazione del Duca di Savoia Carlo Emanuele I, esercitava l’attività di pegno con l’intento di sottrarre le persone bisognose al fenomeno dell’usura, anticipando di fatto le funzioni che sarebbero poi state proprie delle banche e in particolare delle casse di risparmio. La prima sede si trovava nel quartiere Riva, nella casa del nobile Agostino Fantono. Nei secoli il Monte subì vari traslochi tra il Piazzo e il Piano e, dopo la Rivoluzione Francese, fu incorporato nella «Commissione esecutiva degli ospizi ed Opere Pie della Città» intrecciando la sua storia anche con quella dell’Ospedale «Degli Infermi», il quale, andando a occupare il Convento di San Pietro, cedette al Monte la sua sede attigua alla Chiesa SS. Trinità.
Nel 1984 il Monte fu infine incorporato nella Cassa di Risparmio di Biella, che continuò a svolgere l'attività di prestito su pegno anche successivamente come Cassa di Risparmio di Biella S.p.A. dopo l'atto di conferimento dell'attività bancaria avvenuto nel l992. 

L'immobile di Via Caraccio, non essendo stato conferito alla neonata Cassa di Risparmio di Biella S.p.A. (poi divenuta Biverbanca a seguito di fusione con la consorella vercellese), è rimasto in proprietà della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, che conserva tuttora anche l’archivio storico del Monte, fonte di indagine da parte di vari studiosi.

L’immobile di Via Caraccio, in virtù della sua antica destinazione d’uso, è dunque il luogo più idoneo per accogliere un Polo che offrirà ai Biellesi servizi moderni e di qualità, messi in rete, che aiuteranno ad affrontare le nuove fragilità sociali causate dai problemi moderni ma antichi quali impoverimento, mancanza di lavoro, fragilità fisiche e psicologiche, disgregamento della famiglia.

Il progetto, particolarmente collegato alla mission della Fondazione, ha coinvolto un immobile di circa 1.600 mq di aree interne e 1.200 di aree esterne e impiegato risorse per oltre 450 mila euro portando il valore dell’immobile a oltre 1,3 milioni di euro. Numerosi gli interventi realizzati, così sintetizzabili:

  • Riqualificazione edile interna totale;
  • Riqualificazione aree esterne parziale: porzioni di facciate, persiane, illuminazione esterna;
  • Impianto di riscaldamento: riqualificazione energetica impianto con sostituzione caldaia ad elevata efficienza energetica ed ammodernamento di tutti i sistemi di controllo del calore sui radiatori;
  • Impianto elettrico: sostituzione parziale e messa a norma totale, sostituzione di quasi tutti i corpi illuminanti;
  • Impianto IT: formazione ex-novo dell'impianto di trasmissione dati;
  • Serramenti: sostituzione serramenti esistenti con nuovi in legno a taglio termico per riqualificazione energetica;
  • Isolamento termico: barriera termica ad elevata efficienza nel sottotetto:

Grazie a tutti questi interventi sono stati ridotti i consumi della struttura del 45%, con un conseguente vantaggio nel contenimento dei costi gestionali.
Il nuovo Polo socio-sanitario si unisce inoltre idealmente al Centro Mente Locale presso Villa Boffo (Via Gramsci 27/29), anch’esso immobile della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, dove A.I.M.A. Biella, cui l’edificio è stato concesso in comodato d’uso gratuito, «si prende cura» delle persone con decadimento cognitivo e Alzheimer.
Nel dettaglio nella «Casa della comunità» hanno dunque trovato nuova sede il Centro per le famiglie «Il patio»; GE.-CO. Mediazione familiare; la Casa dell’auto-mutuo aiuto; SPAF – Spazio ascolto famiglie e adolescenti; lo Spazio per incontri protetti in luogo neutro; lo Spazio gioco-movimento; una Sala multimediale; il Centro antiviolenza; il Consultorio ostetrico-ginecologico e psicosociale dell’ASL BI, l’Ufficio di Servizio del Consorzio IRIS e una nuova sala di documentazione.
La struttura dispone di un comodo parcheggio da 20 posti auto e il contratto di affitto sarà di 6 anni con un ulteriore rinnovo di altri 6. Gli uffici IRIS saranno inoltre direttamente connessi con i diversi centri territoriali mediante una rete di trasmissione dati via etere.

CONSORZIO IRIS - «Il progetto nasce per offrire ai Biellesi un punto di riferimento facile da raggiungere – spiega il Presidente del Consorzio IRIS Paolo Gallana e in cui trovare una molteplicità di servizi. Qui le persone dovranno poter incontrare operatori disponibili ad affrontare con loro le diverse difficoltà e problemi che incontrano nella vita ai quali da soli non si riesce a dare risposte. Inoltre vogliamo che questo nuovo centro non sia solo un polo di servizi socioassistenziali e sanitari, ma divenga anche un luogo d’incontro, di confronto e formazione  su problematiche sociali o sanitarie che riguardano la vita di giovani, donne, famiglie, anziani, persone sole in condizioni di deprivazione o persone che devono affrontare la loro condizione di disabilità ».

ASL BIELLA - «L’ASL Biella ha accolto con grande favore il progetto – spiega il Direttore Generale Gianni Bonelli –. Come ASL siamo certamente favorevoli a un progetto di sistema che ci aiuti ad offrire migliori servizi ai cittadini e al contempo contribuisca a dare risposte positive interpretando in chiave di opportunità le aree lasciate libere dal trasloco dell’ospedale. Con la Fondazione del resto il dialogo è sempre stato più che proficuo nel trovare soluzioni e progetti condivisi che, come in questo caso, hanno coinvolto un partner qualificato come IRIS».

Il nuovo Polo socio-sanitario, unendosi idealmente a Villa Boffo in un percorso da est a ovest lungo l’asse della città, creerà una sorta di «decumano della salute e del sociale» lungo il quale potranno trovare nuova linfa ampi settori urbani prima a rischio di svuotamento.