29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Innovazione

Quasi duecento partecipanti per l’Intelligenza artificiale di «Sfidiamo il futuro»

Cambiamento e innovazione per il made in Italy grande successo per il primoincontro dell’iniziativa dei Giovani Imprenditori sulle opportunità delle nuove tecnologie e a luglio si replica

BIELLA - Sono stati quasi duecento i partecipanti all’iniziativa del Gruppo Giovani Imprenditori dell’Unione Industriale Biellese, il primo incontro di «Sfidiamo il futuro» sull’intelligenza artificiale che si è svolto mercoledì a Palazzo Gromo Losa a Biella. I relatori presenti, a cui si è aggiunta l’Assessore all‘Istruzione, Lavoro e Formazione professionale della Regione Piemonte, Giovanna Pentenero, presente alla serata, hanno saputo affrontare i temi legati all’Intelligenza artificiale in modo concreto, puntuale e utile, senza mitizzare la trasformazione tecnologica in atto ma, anzi, sottolineandone le opportunità.

Gestire il cambiamento
«Vi ricordate Blockbuster? Ora non esiste più, c’è Netflix – ha affermato Francesco Ferraris, presidente GGI dell’UIB, presentando la serata –. E’ per riuscire a governare il cambiamento in atto che, grazie al lavoro di squadra del Gruppo Giovani Imprenditori, abbiamo deciso di organizzare gli incontri di 'Sfidiamo il Futuro': è un modo per accrescere le proprie conoscenze su temi specifici che interessano il futuro delle imprese e di tutta la comunità, ma anche un’occasione per confrontarsi, conoscersi e fare business».

Fare innovazione
Come fare per portare l’innovazione in azienda? «Fare Innovazione attraverso le startup è il processo di sviluppo più veloce – ha spiegato Pierantonio Macola, presidente Smau – L’open innovation è il paradigma a cui le nostre imprese, anche di dimensioni ridotte, possono fare riferimento. Trasferire l’innovazione nell’organizzazione, però, è una questione prima di tutto culturale». Daniele Borghi, Innovation analyst dell’Innovation Center Intesa Sanpaolo, ha affermato: «Oggi già esistono ‘assistenti virtuali’ in grado di dialogare come un uomo e robot umanoidi che, in Giappone, si prendono cura degli anziani. In futuro saranno a rischio anche le professioni che si distinguono solo per l’esperienza perché le macchine imparano sempre più velocemente e possono acquisire la conoscenza di migliaia di esperti. Mentre IBM ha appena lanciato il primo chip analogico, abilitatore di una discontinuità tecnologica, la potenza di calcolo impiegata per i training test in ambito machine learning negli ultimi 6 anni è raddoppiata ogni 3,5 mesi e continua a crescere. Automazione intelligente, però, non significa disoccupazione: i dati forniti dalla Asian Development Bank mostrano che nel complesso l’economia cresce e crea nuove opportunità».

Il pubblico a supporto delle aziende
L’assessore Giovanna Pentenero ha aggiunto: «Il settore pubblico ha cercato di attivarsi per supportare le aziende che necessitano di innovazione, ad esempio attraverso i progetti di alto apprendistato attivati con il Politecnico di Torino. L’obiettivo è disporre di un sistema che supporti l’impresa che innova: è un percorso complesso, sui cui la formazione gioca un ruolo fondamentale. In questo senso le imprese possono essere supportate anche attraverso i finanziamenti dei fondi comunitari».

L'intelligenza artificiale rende più competitivo il made in Italy
L’avanzare dell’intelligenza artificiale rischia di andare a discapito dell’artigianalità del made in Italy? Marco Morchio, managing director di Accenture Strategy, ha risposto: «L’intelligenza artificiale e l’innovazione tecnologica in generale possono essere dei grandissimi elementi di competitività per le imprese perché agiscono sul modello di business e operativo, non sui componenti, sui prodotti, su cui invece interviene il valore aggiunto tipicamente italiano, la creatività, l’artigianalità. Sono infatti convinto che la qualità del prodotto possa essere supportata in modo importante dalla tecnologia e valorizzata da aziende aperte, in cui il business viene gestito come un ecosistema»«Vent’anni fa quanti avevano installato un pc in azienda? Dieci anni fa quanti avevano il sito aziendale? E fra vent’anni chi non utilizzerà l’intelligenza artificiale? Credo che l’evoluzione tecnologica sia un processo naturale: dobbiamo comprenderlo senza mitizzarlo e, certamente, non possiamo ignorarlo» ha concluso Marco Mellia, professore del Politecnico di Torino e ad di Ermes.

Il prossimo incontro
Il secondo incontro di «Sfidiamo il futuro», iniziativa organizzata dal Gruppo Giovani Imprenditori dell’Uib per mettere a fuoco i cambiamenti in atto dal punto di vista tecnologico, gestionale e strategico per le imprese ma non solo, è focalizzato su «Blockchain per le imprese. La tecnologia sviluppata per minare le criptovalute diventa un alleato dell’organizzazione aziendale» e in programma il 5 luglio alle 18.30 a Palazzo Gromo Losa.