20 aprile 2024
Aggiornato 00:30
Cultura e ambiente

Vigliano, in biblioteca si parla del ritorno di lince e lupo

Claudio Oddone e Sergio Marucchi parleranno della ricomparsa dei predatori, fra letteratura, arte ed etologia

VIGLIANO - «La lince e il lupo: il ritorno» è il titolo dell'incontro di venerdì 24 marzo alle 21, in biblioteca. Si tratta di una conferenza a due voci che prende lo spunto dal ritorno, accertato negli ultimi anni, della lince e del lupo, predatori scomparsi dal nostro territorio da oltre un secolo. Relatori saranno due esperti in materia, Claudio Oddone e Sergio Marucchi. Il primo, in particolare, parlerà della lince, con riferimento al suo libro «Alla ricerca del lupo cerviero. La lince», pubblicato dalla sezione biellese di Legambiente nel 2016. Sergio Marucchi invece riprenderà il contenuto del suo articolo «Quando il lupo mangiava i bambini», pubblicato nell'aprile 2014 sulla «Rivista Biellese».

La lince nel biellese
La ricerca di Oddone prende in considerazione una serie di testimonianze del prodigioso felino nella grande letteratura, nella storia dell'arte, in antichi testi cinque-seicenteschi. Vengono analizzate le caratteristiche della specie, e si da conto del ritrovamento di documenti inediti che attestano la presenza della lince nei territori biellesi. Vengono inoltre riportate e riprodotte cartograficamente le attuali segnalazioni della specie in ambito locale. In biblioteca, oltre alla proiezioni di alcune immagini del felide, potremo vedere un filmato davvero eccezionale che mostra una lince ed un lupo a distanza ravvicinata.

I lupi
Il contributo di Marucchi, preceduto da brevi cenni sull'etologia e sulla distribuzione di questo animale, illustrerà la storia del lupo nel Biellese, basata sulle fonti documentarie. Il predatore ha lasciato tracce della sua presenza soltanto quando si è scontrato con l'uomo, nel ruolo di preda oppure in quello di predatore. Al primo aspetto si riferiscono i documenti riguardanti i premi pagati dalle comunità per la cattura dei lupi e le circolari relative all'organizzazione delle battute di caccia, mentre il secondo aspetto è documentato essenzialmente dagli atti di morte delle persone uccise dai lupi. Le aggressioni all'uomo da parte del lupo sono testimoniate sin dall'antichità, ma sono documentate soltanto dopo l'istituzione dei registri parrocchiali e la conseguente compilazione degli atti di morte. Nel Biellese la prima vittima accertata dei lupi risale al 1572, nella persona di un bambino della parrocchia di S. Stefano di Biella, l'ultima è documentata nel 1817, nella parrocchia di Rongio di Masserano. Il numero totale delle vittime attribuite ai lupi, ricavato da diverse fonti, ammonta a 108. Sulla base delle indicazioni riportate negli atti di morte si può ritenere che 17 persone furono vittime di attacchi da parte di lupi rabidi (affetti da rabbia), mentre le rimanenti perirono a causa della predazione a scopo alimentare. La conferma, in questo caso, si ha nel fatto che nei documenti viene specificato che la vittima è stata divorata dal lupo; talvolta vengono elencate le parti del corpo risparmiate, spesso solamente la testa o un arto. L'ultima serie di vittime si concentrò nel periodo 1811-1817 in alcuni comuni del Biellese orientale, ma il fenomeno riguardò più in generale la Baraggia, comprendendo quindi anche una parte dell'alto Vercellese. Il numero delle vittime accertato ammonta a 22 per il solo Biellese, ma sale a 44 se si considera l'intera area baraggiva; si trattava nella quasi totalità di bambini addetti alla custodia dei bovini. Per questa serie di aggressioni si può realisticamente ipotizzare una invasione di predatori provenienti da altre zone, tanto più che numerosi documenti dell'epoca riferiscono della comparsa di una razza di lupi particolarmente aggressivi «detti della Svizzera, o della Montagna...» . Alcune fonti specificano che si trattava di animali giunti dai valichi alpini, sfuggiti al rastrellamento attuato in quegli anni dagli elvetici per tentare di estirpare la popolazione di lupi presente sul loro territorio.

Chi parla...
Claudio Oddone, nato e residente a Occhieppo Superiore, è stato tra i fondatori di Legambiente Biellese, nel 1986. Di professione geometra, ha svolto ricerche in ambito locale su tematiche relative alla cultura materiale e alla archeologia industriale, con contributi pubblicati su riviste inerenti antiche ciminiere, ghiacciaie e forni comunitari. Ha pubblicato inoltre una ricerca sulle Baragge (anno 2009) e sulle Rive Rosse Biellesi con Sergio Marucchi (anno 1986), due territori di grande valore paesaggistico e ambientale.

e ancora...
Sergio Marucchi , 63 anni, residente in frazione Rongio di Masserano, è insegnante di fisica presso l’Istituto di Istruzione Superiore «Q. Sella» di Biella. Da decenni si occupa di storia e cultura popolare biellesi. Nel 1986 ha curato (con Claudio Oddone) la pubblicazione del volume «Le Rive Rosse Biellesi», e nel 2009 del volume «V. Barale - Scritti inediti e scritti diversi»; è stato amico di don Vittorino Barale, col quale ha collaborato negli ultimi anni della sua vita. Ha scritto numerosi articoli per la «Rivista Biellese», il «Bollettino DocBi-Centro Studi Biellesi» e altri periodici a carattere locale. Negli ultimi anni, in particolare, ha avviato uno studio sulla storia del lupo nel Biellese. Nell'aprile 2014 ha pubblicato sulla «Rivista Biellese» articolo dal titolo «Quando il lupo mangiava i bambini»; su questo argomento ha raccolto una grande quantità di materiale che sarà probabilmente oggetto di una pubblicazione.Con Claudio Oddone ed altri è stato fra i fondatori della prima sezione biellese della Lega Ambiente.