18 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Cultura

«One way only. Senza voltarci indietro»: le immagini in mostra del fotoreporter Stefano Schirato a Spazio Cultura

Il 9 marzo inaugura la mostra fotografica che documenta il viaggio migratorio di migliaia di singoli individui verso un futuro migliore

BIELLA - Un viaggio inseguendo la via di un fiume sempre più grande e impetuoso, un fiume incredibile di persone in marcia, dalla Siria, dall'Iraq, all'Afghanistan. Sono anziani e giovani, bambini, famiglie intere, in cerca di una via verso il nord Europa. Verso la libertà. Verso un futuro possibile. Il fotoreporter Stefano Schirato, con il contributo di Caritas Italiana, ha seguito il loro cammino lungo la rotta balcanica. Attraverso le sue immagini ha dato un volto ai migranti e una voce alle loro storie, per ricordare che quella che sembra una marea indefinita di persone è una realtà fatta di singole tragedie, di singoli individui. Persone come noi.

La mostra
Le immagini di questo viaggio straordinario saranno in mostra da giovedì 9 marzo alle 18 allo Spazio Cultura della Fondazione che, grazie alla collaborazione con Caritas Biella, ha avuto l’opportunità di portare questo giovane fotografo in città con la personale «One way only. Senza voltarci indietro» che sarà visitabile, a ingresso libero, fino al 25 aprile.

Emozioni, ascolto, individuo
«La prima volta che ho letto 'Solo andata' di Erri De Luca, sono rimasto in silenzio per un bel pezzo. Ancora non avevo deciso di affrontare il tema dei migranti. Penso, in fondo, che questo lavoro, figlio di 3 viaggi lungo la rotta balcanica, è anche un po’ merito suo – spiega Schirato – Ho scelto di partire perché ho sentito, nel profondo, la necessità di assistere con i miei occhi a questo evento epocale, esserne parte e raccontarlo come mi riesce spontaneo fare, con la mia macchina fotografica. L’idea principale era di mostrare le storie e le emozioni dei migranti. La disperazione. La gioia. La soddisfazione. La paura. Sullo sfondo, il viaggio, il loro passaggio, le migliaia di schiene e di piedi che calpestano sentieri e attraversano binari. L’immensa moltitudine si tramuta in una galleria di volti, che rappresentano la varietà dei loro sentimenti: gli occhi disperati di una donna tra la folla; il gesto amorevole di un padre che sorregge il figlio disabile; il pianto ininterrotto dei bambini. Le mie fotografie sono sempre il frutto di un coinvolgimento e di una presa di posizione. Le ho avvicinate, queste persone. Le ho conosciute e ascoltate e abbracciate, mi sono mescolato a loro e da loro mi sono fatto catturare. Vorrei che le mie immagini facessero muovere lo spettatore, dalla dimensione generale di quello che sembra un fiume infinito e indefinito di persone, ad una dimensione più privata, dove ogni singolo individuo è parte di una tragedia più ampia».

Le immagini
Il risultato è costituito da 30 immagini in bianco e nero dalla grande forza evocativa e dall’alto contenuto epico: dietro ogni immagine, grazie all’abilità e alla sensibilità del fotografo, si può leggere la storia che dà vita a quel particolare racconto di vita, una grande occasione per conoscere più da vicino questo esodo epocale che avviene a due passi da noi e per cercare di comprenderlo al di là dei luoghi comuni.

L'evento
L’inaugurazione della mostra sarà preceduta alle 17 alla sala convegni della Fondazione in Via Garibaldi 17, da alcuni interventi introduttivi a cura di Caritas Biella con uno speciale collegamento con la Grecia e ci sarà l’opportunità di confrontarsi con l’autore. «Siamo molto fieri di questo progetto – spiega Daniele Albanese di Caritas – al di là del valore artistico delle immagini la mostra sarà anche un’occasione per far dialogare le scuole con il mondo dei migranti che sempre più numerosi giungono nel Biellese, ognuno con la propria storia e le proprie speranze».