28 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Cultura

Grande successo per il nuovo allestimento del Museo del Territorio

Un punto centrale della cultura cittadina, con importanti novità per la sezione archeologica e per quella storico artistica. Eccole nei dettagli.

BIELLA - Una folla ha gremito la sala conferenze del Museo del Territorio, che si è poi riversata nelle sale al primo piano, per ammirare con i propri occhi il nuovo allestimento del Museo del Territorio Biellese, inaugurato nel pomeriggio di sabato 25 giugno.

Il centro dell'attività culturale cittadina
Ad accogliere i visitatori, insieme al sindaco Marco Cavicchioli e all'assessore alla cultura Teresa Barresi, c'erano Francesca Garanzini e Franco Gualano, funzionari rispettivamente della soprintendenza regionale ai beni archeologici e della soprintendenza per i beni artistici. «Questo nuovo allestimento ribadisce la centralità del Museo del Territorio nella vita culturale della città - ha sottolineato Marco Cavicchioli, che ha salutato e ringraziato Andrea Delmastro, assessore alla cultura fino al 2014, presente all'inaugurazione, che aveva avviato il progetto che ha portato all'ampliamento degli spazi espositivi - Un ampliamento - ha ribadito il sindaco - che non è ancora un punto di arrivo».

Le novità
Gli spazi in più a disposizione riguardano la sezione archeologica e soprattutto quella storico-artistica. Nella prima, un'area denominata «Viaggiare sull'acqua nel Biellese antico» è al centro la piroga lignea ritrovata nel lago di Bertignano. La sezione storico-artistica è stata quasi completamente ridisegnata, con l'utilizzo degli spazi che finora erano destinati soprattutto alle mostre temporanee, consentendo di mostrare agli occhi del pubblico opere che finora erano nel caveau.

Le opere esposte
«Ora - ha calcolato l'assessore alla cultura Teresa Barresi - abbiamo esposto circa il 90% dei capolavori della nostra collezione». Le novità più rilevanti per chi aveva visitato il Museo del Territorio nel suo allestimento precedente riguardano soprattutto le stanze dedicate all'800 e '900. Qui sono in mostra dipinti di grandi nomi dell'arte italiana e mondiale, da Pellizza da Volpedo a Fontana, da Klee a Magritte, da Mirò a Dalì, fino ai biellesi Michelangelo Pistoletto e Ugo Nespolo, uno accanto all'altro con una veduta della biellesissima Piazza Duomo e una della parigina Notre Dame. A proposito di biellesi, una piccola sezione è dedicata a Franceschino Barbera, per tutti Sandrun. Due soli dipinti del nuovo allestimento sono in questo momento sostituiti da riproduzioni in quanto in prestito per altre mostre, «Il tamburino» di Marc Chagall e «Riflessioni di un affamato» di Emilio Longoni, a cui è stato riservato un posto d'onore nel nuovo allestimento, in fondo a un corridoio che lo rende visibile anche da lontano. L'opera di Longoni è ospite al Mart di Rovereto, che invece ha concesso al museo biellese il «Riflessioni di un affamato» di Giacomo Balla, una scultura che ha trovato spazio accanto al dipinto «Linee – forza di paesaggio» dello stesso Balla, patrimonio della collezione del Chiostro di San Sebastiano.