29 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Il tessile come destino, oltre che come lavoro

«Ecru» storia di un colore tra tessile e imprenditoria femminile

Anna Viaro e Roberta Varoli raccontano la loro «start-up»: vendiamo articoli d'arredamento e collezioni di biancheria. Il web è uno strumento straordinario per farsi conoscere, anche se tante persone vogliono (comprensibilmente) ancora vedere, toccare e provare i tessuti o i prodotti.

BIELLA – Lei & Lei. Madre & figlia. Il tessile come destino, oltre che come lavoro. Una sarta. L'altra archivista per alcune delle più importanti aziende del territorio. Una storia commerciale tutta al femminile, decisa nel tinello di casa. Per entrambe il presente era complicato. Le rispettive attività non davano infatti abbastanza per vivere. E allora si sono inventate una «start-up». E l'hanno chiamata «Ecru Atelier», Ecru come il colore, Atelier il luogo in cui si crea. In pratica Anna Viaro e Roberta Varoli hanno dato vita ad una società che vende articoli d'arredamento e collezioni di biancheria. Tessile, naturalmente. Roberta Varoli è la mente, oltre che la figlia. Anna Viario il braccio, cioè la mano. Insieme sono una squadra, che non a caso è originaria di Mongrando, una terra di telerie.

Io, Roberta... Una vita da archivista
«Ho lavorato per anni nella catalogazione di archivi di aziende tessili del Biellese insieme ad ActaProgetti di Torino - racconta la donna, 30 anni, sposata -. Ho visto fondi stupendi. Purtroppo il lavoro era spesso legato a finanziamenti. Per cui alternavo periodi di grande impegno ad altri in cui ero costretta a fermarmi. Amavo, quel lavoro, anche perché era quanto avevo studiato all'università. Ma non mi dava guadagni certi e costanti, davvero un peccato, dato l'immenso patrimonio che hanno conservato queste aziende, un enorme potenziale, con cui si potrebbero realizzare grandi progetti. Ho però, dovuto scegliere e ora penso al mio nuovo lavoro, che amo con altrettanta energia». E che sempre con il tessile e le tradizioni ha a che fare.

Ecru, storia di un colore
«Io e mia mamma ci siamo guardate negli occhi e ci siamo dette: che facciamo? Il suo lavoro di corriere per una prestigiosa azienda tessile locale, seppur soddisfacente, non era più adatto ad una signora sulla cinquantina – racconta la giovane donna, modi elegante ma determinazione che sprizza da tutti i pori -. Avevamo pensato pure di prendere in gestione una tabaccheria, cambiando vita. Poi una persona ci ha consigliato di far fruttare le competenze tessili acquisite in tanti anni di lavoro, soprattutto di mia madre. Quanti sanno ancora cucire a mano, ci venne fatto notare? Usi le sue capacità... E così abbiamo fatto. La conoscenza dei materiali l'avevamo. La capacità di lavorare e la voglia, pure. L'incognita era la commercializzazione. Il punto non è infatti comprare tessuti di qualità, lavorarli in modo artigianale e infine realizzare tovaglie, copri-divani e altro ancora. Ma venderli, intercettando gusti, mode, interessi. Il tutto senza creare costi inutili per il mantenimento di un magazzino. Mi mamma farebbe migliaia di articoli. Io sono invece per avere poco, ma che rappresenti davvero al meglio della filosofia del 'Made in Italy': materie prima di grande qualità esclusivamente naturali con tessuti prodotti in Italia nel rispetto del lavoro etico. Alla fine il costo è medio-alto, ma il prodotto un'eccellenza. Un'autentica eccellenza».

Chi siamo, cosa produciamo
«Ovviamente tutto quanto vendiamo è rigorosamente cucito a mano, da mia mamma - dice ancora Roberta Varoli -. I tessuti lavati e trattati in Italia, spesso nel Biellese. Il nostro laboratorio è a Zumaglia. Il mio lavoro è di promozione, soprattutto sul web. I rapporti con i clienti sono fondamentali. Inviamo gratis il nostro catalogo. E poi ci si accorda sui prodotti. Spesso il cliente vuole misure particolari, al di fuori di quelle stabilite dal catalogo. Ma noi offriamo anche il servizio del su misura, per andare in contro alle esigenze dei nostri clienti. La nostra attività è solo all'inizio. Partecipiamo a molte fiere di settore per farci conoscere. I riscontri ci sono. Ed essere in proprio è bello. Facciamo anche degli esperimenti, nel senso di realizzare articoli usando insieme lino e seta, in modo da far andare a braccetto Biella e Como».
«Il web è uno strumento straordinario per farsi conoscere, anche se tante persone vogliono (comprensibilmente) ancora vedere, toccare e provare i tessuti o i prodotti - conclude la piccola imprenditrice -. Ecco perché lo spazio SellaLab di via Italia è stato prezioso. Avevamo una vetrina, non solo su Internet, per mostrare cosa sapevamo fare. I risultati, in termini di vendita e di apprezzamento, ci hanno dato fiducia. Non ci resta che continuare a lavorare sodo e sognare in grande».