2 maggio 2024
Aggiornato 05:30
La storia

Edicolante biellese: «Derubato da chi volevo aiutare»

Alessandro Zago, titolare di un'edicola/tabaccheria in via Repubblica a Biella: «Davo una mano ad uno straniero, poi lui e 5 mila euro sono spariti». Indagano i Carabinieri

BIELLA - Non sempre a fare del bene si viene ripagati. O almeno non su questa terra. E non in questa epoca. Purtroppo. Lo sa bene Alessandro Zago, titolare di un'edicola/tabaccheria in via Repubblica a Biella.

I fatti. Ma procediamo con ordine. Zago gestisce il negozio da alcuni anni, insieme a qualche familiare. All'interno del punto vendita passano tante persone: clienti che vogliono acquistare giornali (sempre meno), tabagisti, giocatori del Lotto e tanto altro ancora. Qualche mese fa si era presentato pure un cittadino straniero, in cerca di aiuto. Zago gli dato una mano. Ma la storia non è andata a lieto fine. Anzi.

Il racconto
«Questa persona mi aiutava per piccole cose - spiega Zago, 33 anni, sposato, con tre figli e residente in città -. In cambio gli davamo qualche vestito e quando il dormitorio era pieno o chiuso, un tetto dove dormire. Era una persona gentile e disponibile e, noi, nei limiti consentiti dalla legge, lo eravamo con lui. Sbrigava qualche commissione e gli davo qualche soldo. Nulla di più. Chiarisco e ribadisco: non avevo bisogno di lui né svolgeva in alcun modo lavori... Era solo un modo per dargli qualche euro senza sembrare elemosina. Tutto è filato liscio per mesi».
«Poi un giorno, è sparito l'incasso dell'intera settimana - racconta Zago -. Un cifra enorme, per noi. Perché parliamo di almeno 5.000 mila euro. Soldi che solo chi è di casa nel mio negozio può sapere dove e come vengono custoditi. E ovviamente da quel giorno, questa persona è sparita dalla circolazione».

La denuncia
«Così mi sono rivolto ai carabinieri, nella speranza che possano fare qualcosa - spiega Zago -. Ho sporto denuncia contro ignoti perché io non accuso nessuno. Anche se certamente ho riferito questa situazione e i miei sospetti, da verificare attraverso un'indagine delle autorità competenti. Che dire? Lavorare dopo la chiusura dell'ospedale di via Caraccio è sempre più dura, perché il passaggio di persone s'è ovviamente ridotto. Ora questo furto. Un momentaccio».