26 aprile 2024
Aggiornato 00:00

Scotland Yard travolta da scandali: via capo anti-terrorismo

Dopo maldestra fuga di notizie su operazione top-secret

LONDRA - Un errore da dilettanti ha costretto il capo dell'anti-terrorismo di Scotland Yard a rassegnare le dimissioni e mettere la parola fine ad una lunga e onorata carriera all'interno di uno degli apparti di polizia più celebri e rinomati al mondo che negli ultimi tempi sta però collezionando una sequela di tragiche, e in alcuni casi imbarazzanti, negligenze.

La bufera è scoppiata quando l'Assistant Commissioner Bob Quick si recava a Downing Street per un incontro con il premier Gordon Brown e il ministro degli Interni Jacqui Smith nell'ambito di un briefing su una delicatissima operazione di anti-terrorismo, che sarebbe scattata di lì a poche ore. Sceso dall'automobile davanti alla residenza del primo ministro, Quick è stato immortalato dai fotografi con in mano un faldone di documenti, su cui si potevano leggere informazioni top-secret sull'operazione in questione, il cui nome in codice era «Pathway».

La foto è ben presto finita sui siti dei principali quotidiani online, rivelando la strategia su come smantellare la cellula di presunti terroristi legati ad Al Qaida, le modalità di intervento e i nomi della squadra di poliziotti incaricata di portare a termine il raid. Ironia della sorte, il documento illustrava inoltre la strategia da adottare con i media, una volta effettuati gli arresti.

Il blitz, vista la fuga di notizie, è stato così frettolosamente anticipato: previsto per le prime luci dell'alba, è scattato l'altro ieri in pieno giorno. Dodici le persone arrestate tra Manchester, Liverpool e Lancashire. Si tratta di 11 studenti di origine pachistana e di un britannico, tutti presunti collaboratori di Al Qaida.

Malgrado il «successo» dell'operazione, stamani di buon'ora Quick ha annunciato le sue dimissioni, accettate «con rammarico» dal sindaco di Londra, Boris Johnson. L'Assistant Commissioner - peraltro già al centro di un acceso dibattito in quanto responsabile della perquisizione negli uffici e l'arresto senza mandato del parlamentare conservatore Damian Green alla fine del 2008 nell'ambito di alcune indagini su un fuga di notizie nel ministero degli Interni - rischia ora di andare incontro a sanzioni penali. Al suo posto è stato intanto nominato un veterano della Metropolitan Police, John Yates, a capo delle indagini sulle onorificenze in cambio di denaro.

Per Scotland Yard si tratta di una nuova tegola in testa caduta nel pieno delle polemiche sul video che mostra l'aggressione durante le manifestazioni di Londra contro il G-20 di un edicolante, Ian Tomlinson - poi morto per infarto - da parte della polizia. Se le indagini stabiliranno un nesso tra l'aggressione e la crisi cardiaca sopraggiunta poco dopo, l'agente - che nel video amatoriale consegnato al Guardian da un turista di New York, è irriconoscibile perché porta un passamontagna e non indossa il cartellino di identificazione - rischia una condanna per omicidio colposo.

Sarà un'inchiesta dell'Independent Police Complaints Commission a dover fare luce sulla morte di Tomlinson, anche se in molti nel Regno Unito hanno perso fiducia nell'organo incaricato di controllare l'operato della polizia. E' ancora vivo infatti il ricordo della tragica uccisione di Jean Charles de Menezes freddato dagli agenti della Met nel luglio 2005 - due settimane dopo i sanguinosi attentati nel cuore di Londra, costati la vita a 52 persone - dopo essere stato scambiato per un kamikaze. Le indagini si sono concluse con una multa ma nessuna incriminazione.

Le ultime vicende mettono a dura prova la nuova dirigenza di Paul Stephenson, succeduto due mesi a Sir Ian Blair alla guida di Scotland Yard. Blair fu costretto alle dimissioni proprio sull'onda dei recenti scandali, il caso de Menezes in primis. Fu proprio lui a tentare di insabbiare la vicenda, confermando subito dopo l'agguato mortale la tesi dell'uccisione di un terrorista, sebbene fosse immediatamente lampante che si era trattato di un tragico errore. De Menezes era infatti completamente disarmato.

Tentativo di insabbiamento che avrebbe potuto ripetersi anche nel caso di Tomlinson, se non fosse stato per un video amatoriale consegnato alla stampa che l'ha diffusa. La stessa stampa che non si è fatta sfuggire i particolari top-secret di «Pathway» e che ha fatto ancora una volta tremare i piani alti di Scotland Yard.