29 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Verso le elezioni

FdI 'striglia' gli alleati e minaccia di rimettere in discussione l'accordo su Udine

Il centrodestra continua a punzecchiarsi senza riuscire a trovare la quadra per chiudere la doppia partita sulle candidature per regionali e comunali

FVG - Acque sempre più agitate nel centrodestra. Dopo il niet della Lega Nord alla candidatura del forzista Riccardo Riccardi alla guida della Regione Fvg, sulla vicenda irrompe Fratelli d’Italia, che mette in guardia gli alleati sulla possibilità che lo scontro regionale possa avere ripercussioni anche sulla scelta del candidato sindaco di Udine. Nel capoluogo friulano il candidato in pectore del centrodestra è il presidente della Provincia Pietro Fontanini, al quale tuttavia mancano ancora i via libera oltre che di FdI, anche di Autonomia Responsabile e dell’Udc.

L’ultimatum di Falcone alla Lega
«Così non è possibile andare avanti – tuona Ugo Falcone, segretario comunale di Udine di FdI e componente delle direzioni provinciale e regionale – perché sta aumentando il rischio di un deterioramento dei rapporti dentro la coalizione. Fedriga e con lui il vertice della Lega Nord non possono porre dei veti su Riccardi e pretendere che Forza Italia presenti una rosa di candidati, anche perché la stessa cosa non è accaduta a Udine dove gli azzurri hanno sponsorizzato la corsa di Fontanini».
Falcone si dice molto preoccupato della situazione e teme, appunto, che l’irrigidimento del Carroccio nei confronti di Riccardi possa scatenare un pericoloso effetto dominio. «Non accetto neppure – insiste – il metodo di discutere di queste cose attraverso dichiarazioni contrapposte senza un confronto tra le forze che compongono la coalizione». Falcone si ferma un attimo, poi a sua volta lancia una sorta di ultimatum: «Se il Carroccio continuerà con i suoi aut aut, Fratelli d’Italia potrebbe rimettere in discussione gli accordi udinesi».

L'irrigidimento di FdI non è legato alla difficile partite in Lazio
Infine, il segretario cittadino del partito della Meloni esclude che la presa di posizione del suo partito sia da mettere in relazione con la difficile trattativa che sta caratterizzando la scelta del candidato governatore della Regione Lazio. In altre parole, i battibecchi (per usare un eufemismo) tra chi come FI appoggia Parisi, oppure la Lega che spinge Pirozzi e FdI che vorrebbe Rampelli, non hanno nulla a che vedere con le tensioni targate Fvg. Rimane il dato che sia su Udine sia su Trieste, il centrodestra non ha ancora trovato la quadra per chiudere la doppia partita sulle candidature.