25 aprile 2024
Aggiornato 03:00
Fvg

Regionali, stallo nel centrodestra. La Lega chiede una rosa di nomi a Fi

Il Carroccio pone il veto su Riccardi (per ora) e questo fa alzare le possibilità di Bini e di Balloch. Meno probabile la candidatura di Tondo

FVG - Si complica nel centrodestra, complice la bagarre che si sta consumando in Lazio per la scelta del candidato governatore, il braccio di ferro tra Lega Nord e Forza Italia, e più nello specifico tra Massimiliano Fedriga e Riccardo Riccardi. In realtà, il caos laziale fa soltanto da amplificatore a quello che avviene anche in Fvg tra il partito di Salvini e quello di Berlusconi. Dal Carroccio nostrano è partita un’esplicita richiesta agli azzurri che se non è ancora un ultimatum vero e proprio, poco ci manca: «Siamo disposti a votare un vostro candidato – queste più o meno le parole – ma presentateci un ventaglio di ipotesi». Detto in altre parole significa che il Carroccio non vuole che a guidare la possibile coalizione sia il capogruppo in consiglio regionale di FI, Riccardi.

Le faide interne riaffiorano puntuali…
Per i vertici regionali di Forza Italia è sicuramente un bruttissimo colpo visto che la candidatura di Riccardi è stata avanzata circa un anno fa e che inizialmente aveva pure ottenuto la benedizione del Cavaliere. Il veto su Riccardi ha motivazioni che poco o nulla hanno a che vedere con strategie politiche del centrodestra del Fvg, dove da anni si assiste a faide interne che riaffiorano, come un fiume carsico, a ogni appuntamento elettorale regionale (ne sanno qualcosa sia Alessandra Guerra, sia Renzo Tondo).  Così, obtorto collo, gli azzurri potrebbero vedersi costretti – a meno che non decidano di convergere su Fedriga – a lanciare in mischia una persona terza. Uno potrebbe essere Sergio Bini, presidente di Progetto  Fvg e gradito al Carroccio; oppure il sindaco di Cividale, Stefano Balloch che, stando ad alcuni pareri giurisprudenziali, potrebbe essere ancora candidabile. Infine, più remota pare la pista che condurrebbe a Renzo Tondo, molto più attratto da palazzo Madama che da piazza Oberdan.

Lazio e Fvg due nodi ancora da sbrogliare
Di certo i mali di pancia del centrodestra richiederanno ancora cure. La candidatura di Stefano Parisi prospettata in Lazio ha il sapore di ripicche interne alla coalizione piuttosto che di una scelta condivisa. La posizione oltranzista del sindaco di Amatrice, Sergio Pirozzi, sponsorizzato dalla Lega ma bocciata assieme alla candidatura di Fabio Rampelli, spinto invece dai Fratelli d’Italia (che per ‘rappresaglia’ ora puntano su Parisi cui Fi ha negato la cittadinanza nella coalizione) dimostra che il patto a tre (cui si è aggiunta la cosiddetta ‘quarta gamba’) per ora funziona soltanto a livello nazionale. Insomma, Lazio e Fvg restano due nodi molto difficili da sbrogliare. Anche perché il Carroccio teme ancora che all’indomani del voto nazionale, FI possa puntare alla grande coalizione con centristi e Pd. E questo timore frena le scelte regionali sui candidati presidente.