2 maggio 2024
Aggiornato 11:00
lunedì sera

Nives e Romano ospiti di Fazio per parlare dei loro '15' Ottomila

Nel corso della trasmissione si è parlato anche della malattia di Benet e del modo in cui la coppia concepisce la montagna: luogo da vivere e rispettare seguendo i suoi ritmi, i suoi tempi e le sue regole

TARVISIO – Hanno parlato della loro esperienza di alpinisti, prima coppia ad aver scalato tutti i 14 Ottomila della Terra senza l’ausilio di ossigeno, ma anche del loro fortissimo legame, che li ha resi un esempio di come va vissuta la montagna. Nives Meroi e Romano Benet sono stati ospiti di Fabio Fazio nella puntata di ‘Che fuori tempo che fa’  andata in onda lunedì sera. E proprio il presentatore che da quest’anno, con il suo programma, ha traslocato al primo canale della tv pubblica, ha ammesso di avere un’ammirazione sconfinata per i due alpinisti.

Un’apparizione su Rai 1, in seconda serata, che ha permesso di far conoscere anche il lato più spiritoso della coppia degli 8 mila. «Non è mai riuscito a liberarsi della moglie approfittando di tutti quei crepacci», ha esordito Nives riferendosi alle tante scalate fatte insieme a Romano, per poi aggiungere,  in risposta alla domanda su chi dei due andasse per primo in cordata: «Naturalmente lui, in quanto maschio deve essere quello che va avanti, che apre la strada». Dopo aver ricordato il primo degli Ottomila, il Nanga Parbat nel 1998, Fazio ha posto l’accento sul tempo che ci è voluto per scalate tutte le vette più alte del mondo: 19 anni. Un tempo ‘dilatato’ dalla malattia di Benet . E’ stato lo stesso alpinista di Fusine a ricordare quei momenti, parlando della scoperta della aplasia midollare severa. «Ho fatto un trapianto del midollo osseo che non ha funzionato, ne ho fatto un secondo grazie a un ragazzo tedesco. E’ stato lui per due volte a donarmi il suo midollo». E così la coppia, dopo un recupero prodigioso di Romano, passato il 'collaudo' su Gran Paradiso e in Nepal, ha potuto terminare la ‘collezionare’ di Ottomila, dopo aver scalato forse la cima più difficile, quella che ha messo a rischio la vita di Romano. Ecco perché i due parlano spesso dei '15' Ottomila scalati.

Nives ha anche accennato alla scelta fatta tra tornare a valle con il marito malato, vedendo così sfumare la corsa per essere la prima donna a salire tutte le vette più alte del mondo, e continuare l’ascesa del Kanchenjunga da sola. Una decisione dettata dall’amore per Romano e dal rapporto con la montagna, considerata non come un strumento per raggiungere un fine, bensì come un luogo da vivere e rispettare seguendo i suoi ritmi, i suoi tempi e le sue regole. Anche in questo sta la grandezza di questi due alpinisti.