2 maggio 2024
Aggiornato 23:00
Il caso

Vaccini simulati: parla il direttore dell'Aas 3 Benetollo

"La situazione è del tutto sotto controllo, la task force ha fatto miracoli per riuscire a iniziare i controlli in tempi da record", ha assicurato il responsabile dell'Azienda di assistenza sanitaria

UDINE – Mentre Emanuela Petrillo, l’infermiera di Mogliano passata agli onori della cronaca per il presunto caso di vaccini simulati si dichiara innocente, in Fvg, dove la donna ha lavorato dal 2009 al 2015, lunedì partiranno gli accertamenti su un primo campione di bambini. Su questo tema è intervenuto Pier Paolo Benetollo, direttore dell’Aas numero 3 Alto Friuli, Collinare, Medio Friuli.

A due giorni di distanza dall’allarme lanciato per le ‘finte vaccinazioni’, come stanno le cose?
«Beh, prima di tutto bisogna dire che non c’è nessun allarme. La situazione è del tutto sotto controllo, la task force ha fatto miracoli per riuscire a iniziare i controlli in tempi da record e per dare il massimo di informazioni a tutti.  In verità poi non sappiamo ancora se l’assistente sanitaria ha fatto o no le vaccinazioni per davvero nel nostro territorio. Per verificarlo già lunedì i primi 20 bambini verranno sottoposti ai test, e il 2 maggio avremo dati sufficienti per decidere cosa fare. Se si dovesse davvero servire fare dei richiami vaccinali, ci stiamo già organizzando».
Gli esami quando inizieranno?
«Già da lunedì sono programmati i primi 20. Entro la settimana contiamo di arrivare a 200».
Perché invece di fare un campione non fate gli esami a tutti?
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Dopo le vaccinazioni (come dopo le malattie naturali) l’organismo produce degli anticorpi, che da quel momento in poi proteggono dalla malattia. Dopo una sola somministrazione del vaccino, gli anticorpi tendono nel tempo a scendere (con modi diversi da vaccino a vaccino, come da malattia a malattia). E’ proprio per questo che si fanno ‘i richiami’, con frequenze appositamente studiate perché in questo modo la protezione persiste poi per molti anni o – in alcuni casi – per tutta la vita. Gli esami che facciamo ci dicono se il bambino ha ricevuto almeno una dose di vaccino, ma non ci possono dire se ne ha ricevute abbastanza da far durare la protezione per tutto il tempo previsto o per tutta la vita. Per questo, fare gli esami a tutti i bambini che hanno avuto anche una sola vaccinazione da parte dell'infermiera non servirebbe a nulla. Gli esperti della task force, tutti insieme, hanno valutato che la cosa migliore sia fare i test sui bambini che hanno ricevuto tutto il ciclo vaccinale dall'infermiera, lungo tutti gli anni in cui ha lavorato. In questo modo potremo sapere se ha fatto davvero le vaccinazioni oppure no, e con queste informazioni poi sapremo se serve rivaccinare».
Ma cosa vi dice la gente, che cosa vi chiedono, le mamme sono preoccupate?
«Le persone hanno iniziato fin da subito a usare i canali che abbiamo messo a disposizione: internet, telefono, whatsaas3».