18 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Nulla di fatto

Pd Fvg: dall'assemblea nessun progetto di cambiamento vero

Serracchiani c'è ma non parla, e se ne va prima della fine. Niente dimissioni per Grim, che ammette degli errori ma è pronta a restare in sella per 'correggere il tiro'

UDINE - Come previsto. Come avevamo anticipato poche ore fa. Tutto da copione, insomma. La ‘zarina’ non soltanto non ha preso la parola all’assemblea regionale del Pd, ma se n’è andata oltre un’ora prima. Chapeau davvero! La classe non è acqua. Eppure, Debora Serracchiani è una che – come il Matteo fiorentino - ama apparire nei talk show, ama parlare nei salotti buoni della sinistra radical chic, ama l’annuncite e le piace dire quanto è brava a fare le riforme. Ma non gradisce mettersi in discussione e sabato sera, appunto, non ha parlato. E da vip della politica che fa spallucce alla provincia, si è affidata all’Ansa per dire che «l’assemblea regionale ha dimostrato serietà. E non si ferma qui per correggere la rotta». Già, evidentemente il Pd del Fvg, che grazie soprattutto a lei si è presa cinque sberle consecutive (Trieste, Pordenone, Monfalcone, Codroipo e referendum), ritiene che bastino i buoni propositi.

Per il Pd e per la ‘zarina’ evidentemente non è successo nulla. Tant’è che la segretaria regionale dei dem, Antonella Grim, che fa parte del cerchio magico della Serracchiani, ha avuto il coraggio di affermare che «certamente qualcosa abbiamo sbagliato» e che dunque «dobbiamo rivedere profondamente la forma partito». Quel partito, noi continuiamo a scriverlo da mesi, che perde oltre 700 tesserati ogni anno e che, grazie ai diktat della sua classe dirigente e al silenzio complice della stampa in house, non ne ha mai voluto parlare.
Grim ha anche affermato che serve correggere il tiro velocemente. Peccato che anche questo sia soltanto un annuncio. Alla fine del suo intervento, infatti, la segretaria regionale del Pds (Partito della Serracchiani) ha promesso che si «si farà carico di un percorso di approfondimento e verifica con tutte le componenti della segreteria regionale per chiedere un rafforzamento nell’azione di elaborazione politica in vista della prossima assemblea regionale, che sarà riconvocata subito dopo quella nazionale, in programma il 18».

Capito? Il Pd del Fvg non è capace di muoversi autonomamente, di ricercare le ragioni delle sconfitte, di sondare il malumore della base, di cercare di capire lo scollamento dal suo elettorato. Tutto questo perché deve prima capire cosa accadrà a Roma per poi tradurlo in salsa regionale. E Serracchiani? Ne esce ancora più indebolita, incapace di una feroce autocritica per come ha guidato la Regione, per come ha trattato chi non la pensa come lei, per come ha voluto imporre una prassi di governo (e dentro il partito) arrogante e presuntuosa. Né, la nostra, potrà contare sull’appoggio a volte imbarazzante della stampa amica, che per due anni l’ha sovraesposta mediaticamente al punto da creare un fisiologico rigetto popolare.
Il resto dell’assemblea di sabato è stata purtroppo aria fritta: parole scontate e prevedibili, qualche autocompiacimento, qualche rarissima critica vera. Tanto imbarazzante vuoto spinto. Dopo la quinta debacle ci si sarebbe aspettati una riunione vera, calda, combattuta. Da urla e invettive vere, che poi s ricompongono. Un’assemblea, quella di questo pomeriggio, che avrebbe dovuto lasciare il segno e che invece si è trasformata in un rito stanco e depresso dove, oltre alla latitanza della vice segretaria nazionale, è mancata una visione strategia e un progetto di cambiamento vero. Già, sprofondo rosso!