23 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Tempi duri per Fedriga?

Lega friulana tra tensioni, personalismi e rese dei conti

Il segretario provinciale mosconi è un'ombra e tra poco si apriranno i giochi per la sua sostituzione. Ci sono poi i casi di Latisana, Porpetto, Tarcento e Palazzolo

UDINE - Contro i dati, contro gli analisti e contro i politologi, Massimiliano Fedriga ha ripetuto in tutte le salse – assieme al suo capo Salvini – che la Lega Nord è uscita vincitrice alle ultime elezioni amministrative. Non stiamo qui a ricordargli il miserrimo 3% di Roma o il blando risultato di Milano, dove il centro destra ha sfiorato il colpaccio, ma non certo per merito delle sirene lepeniste del Carroccio, piuttosto di una coalizione guidata da un moderato e non da un barricadero.

Problemi di gestione interna nel Carroccio
Gli suggeriamo di fare attenzione a quello che è accaduto nella nostra Regione. E’ vero che la Lega ha ottenuto un discreto successo a Trieste, ma da Pordenone in giù, salvo rare eccezioni, è stato un piccolo disastro, soprattutto in provincia di Udine.  Prova ne sia che il vertice del direttivo provinciale di Udine – come ha dato conto il blog Leopost di Leonarduzzi – si è trasformata in una notte dei lunghi coltelli. Leopost ha parlato giustamente di ‘scintille da fonderia’, in un mix di accuse incrociate. Uno dei principali capri espiatori è stata la segretaria della circoscrizione del collinare Marilena Domini per il suo ‘eccessivo personalismo’.

La Lega subisce la logica del «tutti contro tutti»
Vero è che da tempo la Lega della provincia di Udine subisce la logica del ‘tutti contro tutti’ dentro un gruppo di potere dove ognuno va per conto suo e dove ciascuno gioca la sua partita (il caso del presidente della Provincia, Pietro Fontanini, tutto proteso verso le comunali di Udine, docet). Prova ne sia che il segretario provinciale, Daniele Moschioni, in un recente direttivo avrebbe riferito di essere pronto a rassegnare le dimissioni, consapevole – tra l’altro – dei risultati catastrofici della Lega nella Bassa friulana. Basti pensare alla pesantissima sconfitta di Latisana, dove l’uscente Benigno si giovava della collaborazione della vice sindaco leghista, Maddalena Spagnolo, che è componente della segreteria politica di Fedriga. La quale, è vero, ha ottenuto 201 preferenze, ma il secondo  del suo partito si è fermato a 29 voti a dimostrazione della debolezza di una squadra improvvisata. E non è neppure un caso che nel direttivo che ha messo sotto accusa la Domini si sia parlato anche dei casi di Tarcento e Porpetto, dove i candidati non sarebbero stati scelti in base alla loro ortodossia leghista. Ironia della sorte, la Domini è tuttavia l’unica vincente perché si porta a casa proprio il Comune di Tarcento.

I casi di Palazzolo e Porpetto
E che dire del caso di Palazzolo dove dopo 15 anni di regno padano, il sindaco uscente Mauro Bordin ha appoggiato un candidato di area Ncd che pur risultando vincente ha suggellando il fatto che in questo momento l’unico presidio comunale a guida leghista è quello di Corno di Rosazzo dello stesso Moschioni? Senza contare la disfatta di Porpetto dove il centro destra si è spaccato in tre parti in un’orgia fratricida che ha consegnato il Comune ad Andrea Dri. Il dato è che l’assessore uscente e segretario circoscrizionale della Bassa occidentale, Virginio Bragagnini ha corso con il simbolo leghista.

Alla vigilia della resa dei conti
Casi e aneddoti si sprecano. Resta il dato di una Lega Nord di nuovo alla vigilia di possibili rese dei conti. La partita più importate si giocherà il prossimo mese di febbraio, quando si andrà al rinnovo del segretario provinciale. Moschioni è consapevole di essere sul banco degli imputati anche se durante il direttivo ha adottato la strategia dell’attacco come migliore difesa. A lui viene imputato scarso impegno e un certo disinteresse. Ma neppure la stella Fedriga brilla come un tempo. Al segretario regionale viene attribuito un eccessivo presenzialismo televisivo e una scarsa attenzione a quel territorio che rimane il totem della Lega.  Certo, ha incassato la doppia vittoria di Trieste e Pordenone dove però, come detto, la Lega non è stata la principale protagonista.

Un movimento con spiccati personalismi
Il Carroccio del Friuli appare punteggiato da personalismi, dove ognuno fa la sua corsa. Ho citato Fontani (che sconta ancora lo scontro interno con quello che rimane delle truppe cammellate di Claudio Violino), ma si potrebbe ricordare anche i casi dell’ex senatore Mario Pittoni, tutto preso a ingraziarsi i favori di Salvini in chiave romana, e della consigliera regionale Barbara Zilli, che un pensierino romano lo sta già facendo. Fedriga non è un segretario dalla purghe facili come ha dimostrato proprio con il caso Violino. Ma non può neppure fare finta di nulla e lasciare che la Lega della provincia di Udine viva in costante fibrillazione da sindrome da accerchiamento interno.