20 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Il ricordo

A due anni dalla scomparsa, il padre di Ruben chiede giustizia

Era il 4 agosto 2013. Quel giorno, sul Monte Goriane, perse la vita Ruben Venuti, trantaquattrenne salito in malga in sella alla sua bici per partecipare alla Festa dell’Amicizia. La famiglia vuole sapere cosa è successo

TARVISIO – Era il 4 agosto 2013. Quel giorno, sul Monte Goriane, perse la vita Ruben Venuti, trantaquattrenne salito in malga in sella alla sua bici per partecipare alla Festa dell’Amicizia. Dopo due anni la famiglia del giovane pordenonese, attende ancora giustizia. Nessuno, infatti, ha ancora deciso se la morte di Ruben sia stata causata da un comportamento errato di chi, quel 4 agosto 2013, decise di non trasportare a valle con l’elicottero il giovane. Dopo aver accusato un malore, infatti, Ruben fu lasciato sulla cima del Goriane dall’elisoccorso, che rientrò a valle vuoto. Poco dopo accusò un altro malore, questa volta fatale. Sul Goriane accorse l’elicottero austriaco, ma la corsa all’ospedale di Klagenfurt fu vana. Ruben morì alle 21.25 di quella domenica 4 agosto.

Il padre del ragazzo chiede giustizia
«Non sappiamo ancora nulla, e sono passati due anni - afferma il padre Vando Venuti -. Voglio sapere perché mio figlio non è stato portato a valle con l'elicottero dopo aver avvertito il primo malore. Stava male e l'hanno lasciato morire. Voglio sapere perché». Le indagini della Procura di Udine sono ancora in corso. Di recente è stato nominato un perito da parte del pm che dovrà stabilire quanto accaduto in vetta quella domenica di due anni fa. «Vogliamo capire cos’è successo e perché», chiude il padre di Ruben, aggiungendo, con un filo di voce: «Due anni, per conoscere la verità, sono un tempo molto lungo».

Una lapide in legno a ricordo di Ruben
Domenica 2 agosto, i famigliari di Ruben sono tornati sul Monte Goriane. Hanno posizionato una nuova lapide in legno a ridosso di quella campana che commemora un altro giovane prematuramente strappato alla vita, nel 1980, anche lui grande appassionato di ciclismo, Alberto Martinz. Un luogo da cui si domina la valle del Gail e gli abitati di Coccau e Sant'Antonio. Qui è stata posata un’effigie in rame che rappresenta un ciclista, con la scritta ‘Nell’ultima corsa della tua breve vita…primo in Paradiso’.