Riforma degli enti locali: presentato il ricorso al TAR
Sono 57 i Comuni del Fvg che si sono rivolti al Tribunale amministrativo regionale. A essi si è aggiunta, in maniera autonoma, un’altra municipalità espressione della minoranza slovena.
UDINE – I Comuni ‘dissidenti’ sono andati fino in fondo. Lunedì mattina si sono presentati nel Tribunale civile di Trieste per presentare il ricorso al Tar contro la riforma degli Enti locali firmata da Paolo Panontin, e in particolar modo contro la suddivisione territoriale in 17 Uti. Il fronte della protesta è formato da 57 Comuni guidati dai tre primi cittadini di Talmassons (Piero Mauro Zanin), Tarvisio (Renato Carlantoni) e Forgaria del Friuli (Pierluigi Molinaro). A essi si è aggiunto il Comune di San Floriano del Collio con un ricorso autonomo, a tutela della minoranza slovena in Fvg.
I contenuti del ricorso al Tar
Dietro al ricorso, dal punto di vista giuridico, ci sono due avvocati friulani, Enrico Bulfone e Teresa Billiani. E quest’ultima a motivare le ragioni della richiesta presentata davanti al Tar. «Nella legge approvata dalla giunta regionale – spiega – ci sono dei principi che, a nostro avviso, non rispettano le norme costituzionali. Innanzitutto il principio coercitivo che obbliga i Comuni ad associarsi nelle Unioni, quello sanzionatorio che prevedere la riduzione dei trasferimenti regionali del 30% nel caso di mancata adesione alle Uti, infine il principio sostitutivo nel momento in cui la Regione intende sostituirsi, in alcune fasi decisorie, agli enti locali. Di fronte a tutto ciò – precisa Billiani – è chiaro che i Comuni vengono esautorati dalla loro autonomia». Per l’avvocato la legge di riforma, così com’è, «fa venire meno uno dei principi democratici sanciti dalla Costituzione, e cioè la libertà di scelta dei Comuni. Almeno fintantoché la Costituzione resta in vigore», chiosa provocatoriamente Billiani.
L’aspetto politico dell’azione dei ‘dissidenti’
E’ chiaro che il polverone sollevato dai tre sindaci ‘dissidenti’ nasce con finalità politiche. Zanin, Carlantoni e Molinaro, infatti, sono espressione del centrodestra. Però è altrettanto evidente che il malumore causato nelle autonomie locali dalla riforma, ha di fatto allargato il fronte degli scontenti, andando a pescare anche fuori dal centrodestra. E l’assessore Panontin dovrebbe cominciare a tenerne conto. Varare una riforma con il ricorso di una sessantina di Comuni in piedi, non è certamente il miglior modo per cambiare le cose, oltre al fatto che rischia di creare un blocco nel sistema. Fin’ora l’assessore Panontin non ha voluto incontrare i sindaci dissidenti, ma pare che stia cambiando idea, almeno sul fronte del confronto. Di certo sarà difficile riuscire a ottenere una modifica della riforma diventata uno degli emblemi della giunta Serracchiani, e questo i sindaci lo sanno bene. Resta il fatto che l’entrata in vigore della nuova legge potrebbe essere posticipata a dopo il 2016. Vedremo se il ricorso al Tar servirà per convincere la Regione ad aprire un nuovo Tavolo di trattativa con gli enti locali.