«Salvini non vuole governare, Lega e M5s dilettanti»: il Pd è già in campagna elettorale
Da Vannino Chiti a Franco Mirabelli, il Partito democratico ha scelto la sua strategia: attaccare «i populisti» in ogni luogo e in ogni momento pubblico
Da Vannino Chiti a Franco Mirabelli, il Partito democratico ha scelto la sua strategia: attaccare «i populisti» in ogni luogo e in ogni momento pubblico
Insieme a Franco Iacop sarà a Trieste, Palmanova e Udine, rivolgendosi in particolare alle nuove generazioni
Non si placano le polemiche nel Pd a causa della nascita del nuovo gruppo Sinistra italiana, presentato domenica in un gremito Teatro Quirino a Roma
Riaprire la discussione sull'articolo 2 delle riforme «è molto rischioso» ma poiché «Vannino Chiti dice che con la sua proposta si allargherebbe il consenso, io dico che la praticabilità di questa strada va verificata». Lo sostiene il vicepresidente dei senatori PD, Giorgio Tonini, in un intervento pubblicato sull'«Huffington Post»
Il punto fermo resta quello di non toccare l'articolo 2 della riforma, per evitare di ricominciare l'iter daccapo. L'obiettivo di Renzi è arrivare in porto «entro il 15 ottobre», perciò il premier si dice ottimista
Per Matteo Salvini, il motto di Cavour «libera Chiesa in libero Stato» deve essere applicato anche oggi: i vescovi non dovrebbero dire ai sindaci come comportarsi sull'immigrazione
Sostituire dalla commissione Affari Costituzionali della Camera tutti i componenti della minoranza Pd contrari all'Italicum è "fuori dalla Costituzione". Lo scrive il deputato del Pd Pippo Civati sul suo blog. Un fatto gravissimo che non può essere ignorato.
Il Premier commenta il voto e attacca: «Astensionismo secondario. Chi è contro le riforme conti i voti...». L'altro fronte aperto è dentro il centrodestra: la Lega dilaga, Raffaele Fitto bolla come «drammatico» il risultato di Forza Italia e chiede l'azzeramento delle cariche. Ncd mette paletti: mai con il Carroccio che è diventato «estrema destra».
Il premier da Vienna commenta i risultati elettorali, mostrando grande entusiasmo. «In otto mesi, il Pd ha vinto cinque a zero», ha dichiarato. E gli unici nemici rimasti a Renzi sembrano essere Matteo Salvini e l'astensionismo
«Fino a poche settimane fa eravamo d'accordo«, afferma Chiti, ma oggi la situazione è cambiata: sulla questione del lavoro, servono nuove certezze affinché la riforma sia un vero progresso sociale ed economico.
Il governo decide di rinviare lo scontro sull'art.18. In questo modo, il premier Matteo Renzi e il ministro del Lavoro Giuliano Poletti ritengono di poter disinnescare la «bomba» e posticiparne la cancellazione, affinché non diventi un casus belli, a tempi più maturi.
Il senatore PD Vannino Chiti, capofila dei dissidenti, ha suggerito di posticipare a settembre le dichiarazioni di voto e il voto finale, e al tempo stesso di ridurre il numero degli emendamenti per concentrare la discussione su pochi punti qualificanti e cercare una mediazione anche sul merito.
Ma le opposizioni non sembrano cogliere il messaggio distensivo del premier e restano sulle barricate. Per oggi il Senato si è preso una «pausa» dalla maratona costituzionale ma domani si riprende con le sedute a oltranza dalle 9,30 fino alle 24 e la prima insidia, il voto segreto sulla riduzione del numero dei parlamentari, non tarderà ad arrivare. Forza Italia intanto avverte: «No a modifiche».
La maggioranza ha deciso di imporre il contingentamento dei tempi del dibattito al Senato sulle riforme: solo 135 ore per due settimane, compresi i decreti in scadenza. Le opposizioni insorgono: «E' una tagliola nella sostanza».
Renzi risponde alle opposizioni affermando che: "L'ostruzionismo non ci fa paura, lavoreremo anche sabato e domenica", e il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, gioca un assist in favore del governo. Anche in seno al Pd, però, non mancano i dissidenti.
I presidenti delle Commissioni Politiche dell'Ue di Senato e Camera, Vannino Chiti e Michele Bordo, hanno presieduto l'incontro della Cosac e fatto osservare un minuto di silenzio per le vittime. Amnesty International si aspetta un'indagine difficile, e il M5s esprime cordoglio per la tragedia.
Nonostante Matteo Renzi abbia nuovamente chiamato i suoi a rispettare i tempi e a non ostacolare il percorso delle riforme, il ddl Boschi al Senato è alle prese con diverse insidie che rischiano di far slittare, ancora, il primo via libera.
Il capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali, Doris Lo Moro, si batte per introdurre nella Costituzione il referendum propositivo e il senatore Vannino Chiti dichiara guerra aperta alla Riforma Boschi; ma il presidente del Senato rassicura: «Non abbandonerò Renzi».
Da Sel sono stati depositati quasi 6mila emendamenti, un altro migliaio dai dissidenti di Fi e Gal, nonostante il duro ultimatum lanciato oggi da Silvio Berlusconi nell'assemblea parlamentare. Numeri che potrebbero mettere davvero in difficoltà l'iter parlamentare della riforma. A questi si aggiungono i 200 emendamenti del M5S e un centinaio anche dalla Lega nonostante uno dei relatori della rifor
«Porteremo la battaglia nel paese». E' quanto hanno annunciato in una conferenza stampa a palazzo Madama Vannino Chiti, Mario Mauro, Loredana De Petris e Felice Casson e Francesco Campanella che hanno presentato insieme ad altri senatori, in tutto 35, provenienti da diversi gruppi di maggioranza e di minoranza 14 subemendamenti alle riforme costituzionali tra i quali quello che chiede di mantenere
Resta da sciogliere il nodo sull'immunità dei nuovi senator, il governo ha sollevato dubbi sull'ipotesi che venga affidata alla Corte costituzionale il giudizio sulle autorizzazioni all'arresto dei parlamentari.
Il Senatore del PD: «Così com'è la riforma non la voterei ma penso che con le modifiche si possa dare un voto a favore. Mi batto per superare questo deficit. Le cose si sono già mosse rispetto alla prima versione». Il capogruppo di Forza Italia al Senato: «L'accordo politico ancora non è chiuso e negli emendamenti dei relatori ci sono vari punti per noi importanti che non sono compresi».
Restano alcune perplessità sull'applicazione dell'articolo 67 della Costituzione riguardo alle sostituzioni ma in ogni caso, fanno sapere, non ci saranno scissioni. I senatori critici sul progetto riformatore del governo intendono infatti continuare la battaglia nel partito e presentare emendamenti sia in commissione che in Aula anche alla luce delle novità che riguardano l'apertura del M5S
Non si placa il terremoto in casa Pd, dopo le espulsione dalla commissione Affari Costituzionali del Senato. Il capogruppo: «Si viene indicati nelle commissioni per ragioni politiche: bisogna essere competenti ed esperti, ma anche leali e responsabili». La replica: «Se il partito si rende conto dell'errore commesso e vuole ricucire, io ne sarò ben lieto»
Il senatore del Partito democratico: «Per rimediare al gravissimo errore compiuto ieri alla Camera, dove con l'approvazione di un emendamento della Lega si attacca l'autonomia dei magistrati, proprio nel momento di grandi inchieste sulla corruzione, il presidente del Consiglio ha detto che si rimedierà a Palazzo Madama»
Il ministro per le Riforme: «Avevo 15 anni quando l'Ulivo mise, nelle sue tesi, l'idea di una Camera non elettiva. Nessuno gridò allo scandalo. Da mio predecessore, Chiti confessò in Parlamento di preferire l'ipotesi di un'Aula eletta ma indicò come alternativa la soluzione tedesca». Lui: «Niente di nuovo sotto il sole: ringrazio il ministro di darmi atto di coerenza»
L'esponente del PD: Non si perda un minuto, anche la politica faccia sacrifici. Finocchiaro: Il PD vuole il dimezzamento. Belisario: Si discuta la nostra proposta di legge popolare
«Questa legge elettorale deve cambiare anche con soli 300 deputati»
Chiti: «Le autonomie locali devono cooperare con lo Stato centrale»
Congratulazioni da Chiti. Zoggia: «A Venezia un lavoro importante»
«Democrazie evolute aiutino paesi emergenti, soprattutto Africa»
«Dopo vent'anni è doveroso che siano fatte verità e giustizia»
«Attacco per colpire i nostri militari in partenza per l'Afghanistan»
«Dopo una memoria sbagliata il Governo ne ha presentata una convincente»
Il vicepresidente del Senato Vannino Chiti: «Responsabilità di tutti noi mantenerne vivo il ricordo»