Cuperlo al DiariodelWeb.it: «Il Pd ha tifato per il governo Lega-M5s: è stato un errore»
Il membro della nuova segreteria Martina valuta ai nostri microfoni le prime mosse dell'esecutivo Conte e le posizioni di opposizione dei democratici
Il membro della nuova segreteria Martina valuta ai nostri microfoni le prime mosse dell'esecutivo Conte e le posizioni di opposizione dei democratici
Il suo primo intervento in direzione, il neo-segretario del Pd lo dedica a contrastare l'esecutivo Conte, sia sull'immigrazione che sul decreto dignità
L'ex deputato, membro della nuova segreteria di Martina, riflette ai nostri microfoni sugli errori commessi da Renzi e su come può ripartire il centrosinistra
Franceschini e minoranze: confermare fiducia a Martina
Tensioni Pd, i renziani alzano le barricate contro il dialogo con il M5s. Irritazione verso Martina, mediatori al lavoro per evitare la conta
Lui è Nicholas Ferrante, ha 21 anni, arriva dalla provincia di Avellino, e ha preso la prima tessera del Partito democratico a 17 anni
La direzione Pd decide per il massacro del M5s, e dell'Italia. Salvini si prepara a stravincere da solo le prossime, probabilmente vicine, elezioni
I commenti del day-after della Direzione che ha ufficializzato la linea da tenere nelle consultazioni: Pd all'opposizione
Le dimissioni posticipate del segretario Pd scatenano la resa dei conti nel partito. Intanto si profila un possibile nuovo partito dentro al partito?
L'esponente del Partito democratico (non ricandidato alle prossime elezioni) ha parlato ai nostri microfoni a margine della manifestazione di sabato a Roma
Le parole del segretario dem accentuano lo scontro interno con la minoranza che fa capo ad Andrea Orlando che denuncia "veti e mortificazioni"
«Il rivale è lì, non va cercato vicino a noi. Serve programma di sinistra su pensioni e reddito. Un errore escludere da liste la sinistra PD»
Il segretario del Pd: «E' un errore tenere il Pd nel dibattito pubblico per mesi a discutere solo della formazione di alleanze»
Al Teatro Eliseo di Roma è stato celebrato l’anniversario della fondazione del Partito democratico. Sul palco il primo segretario Veltroni, il premier Paolo Gentiloni, l’attuale segretario Matteo Renzi ma in platea mancava qualcuno
Il leader di Possibile: «Oppure un Gianni Cuperlo giovane andrebbe nel Pd di Renzi? Questo per dire che forse dobbiamo rivolgerci a un dato politico e culturale che è larghissimo»
L'esponente della minoranza del Partito democratico ha criticato il suo segretario per aver mancato di rispetto ai Parlamentari e perché «dal 2011 è cambiato il sistema, c'è il sistema contributivo»
In aula si vota la fiducia al governo Gentiloni, ma in Transatlantico e negli altri corridoi di Montecitorio il Pd elabora la sconfitta al referendum e, soprattutto, discute del proprio futuro. Maggioranza gli chiede assise vere, minoranza minaccia rottura.
«Serve un dibattito serio e schietto, ma nessuna resa dei conti: ci deve essere una discussione piena a partire dalla responsabilità di chi ha guidato questa stagione».
Con la vittoria del no al referendum costituzionale, sopravvivono il Senato e il bicameralismo perfetto ma rischia grosso la nuova legge elettorale. Salvini ha chiesto elezioni immediate, più cauto Grillo che chiede pochi giorni per modificare la norma
Qualcuno consigli a Bersani – per non parlare di Roberto Speranza, Massimo D’Alema e altri – di rimanere al caldo dentro il loro partito. Che fuori fa freddo e ben pochi sarebbero disposti ad accoglierli
Pierluigi Bersani non ci sta. Respinge fermamente ogni ipotesi di scissione del Pd, ma avverte la segreteria del partito che, se «si tirerà dirtto», lo si farà con il suo «No»
Gianni Cuperlo rimarca la sua distanza dal premier annunciando che se non si arriverà a un accordo sulla legge elettorale voterà no al referendum costituzionale del 4 dicembre
Ancora tensione in casa dem. Matteo Renzi ha aperto a modifiche sull'Italicum, ma rimandando la discussione a dopo il referendum. E la minoranza Pd commenta: «Tutta fuffa»
L'ha detto Gianni Cuperlo: il rischio di rottura è alto. Nel PD è in corso una guerra fratricida solo apparentemente ideologica: in realtà, l'unica idea per cui si combatte è quella di comandare
Hanno fatto scalpore le dichiarazioni di Matteo Renzi a proposito della necessità di allargare a destra il bacino elettorale in vista del referendum, sollevando le polemiche della minoranza dem
Di fronte alla forza scarsa del Governo e del M5s, chi potrebbe essere il Cesare che prenderà il potere in Italia? Le ingerenze delle agenzie di rating, nonché delle ambasciate statunitense e tedesca, danno un quadro della situazione chiaro
Alla fine Matteo Renzi ha avuto la meglio: la mozione della maggioranza sull'Italicum è stata l'unica a passare, spaccando il Pd. Ma la sua 'astuta' strategia ha funzionato
La candidata democratica promette: «Durante i primi 100 giorni noi supereremo gli ostacoli a Washington e faremo il più grande investimento dalla Seconda guerra mondiale per avere lavori ben retribuiti».
Teatro Vittoria di Roma stracolmo. Speranza: «Il Pd è il nostro partito, non esiste nessuna scissione possibile». Bersani e Cuperlo critici sulle banche: «Ma eccessive richieste di dimissione della Boschi»
Speranza e Cuperlo: «Stop partito della nazione, tornare al centrosinistra»
Se nel fine settimana tutto il partito è sceso in piazza nelle città italiane, il lunedì si apre con un rilancio della minoranza sulla questione del doppio incarico di Renzi, contemporaneamente segretario del partito e presidente del consiglio, come previsto esplicitamente dallo statuto del partito.
L'ex Segretario dei Democratici: «Il Patto del Nazareno non era indispensabile. Da quando il Pd è al governo non si discute più di nulla». Duro anche Cuperlo: «Il doppio ruolo di Renzi non funziona».
Dall'incontro di stamani al Nazareno tra Matteo Renzi e Giuliano Pisapia sarebbe emersa la volontà, a Milano, di procedere con primarie aperte e partecipate
Antonio Bassolino ritiene la proposta di escludere gli ex sindaci dalle primarie Pd dichiaratamente «contra personam». Ma ha da dire anche sulla sovrapposizione della figura del premier e del segretario Pd in Matteo Renzi. E Cuperlo difende l'ex governatore
Se c'è una sola cosa su l'ex segretario, il Premier e la maggior parte del Pd è d'accordo, è che fuori dal Partito democratico non c'è spazio per nuove formazioni di centrosinistra.
Tempi duri per il Partito democratico. Le dichiarazioni al vetriolo di Corradino Mineo a proposito della presunta subalternità di Matteo Renzi a una donna bella e decisa hanno seminato scandalo tra i dem (e gli ex dem)
Il premier «lancia» la nuova edizione della Leopolda a Firenze, ironizzando sulla contemporanea presenza, nel capoluogo toscano, di Silvio Berlusconi. Chi non ironizza affatto è Gianni Cuperlo, che a Repubblica spiega il suo punto di vista su Roma e sul PD.
Il Pd strappa solo la Campania grazie alle criticatissime liste di sostegno a De Luca. In Liguria lo sgambetto del centrodestra di Toti. Regioni rosse a parte, il partito del premier è poco sopra al 20%. Con il fiato sul collo di Lega e M5s
Matteo Renzi è furioso, e non fa nulla per nasconderlo. Proprio alla vigilia del silenzio elettorale che toglie anche il diritto di replica ai candidati alle regionali finiti nel mirino, Rosy Bindi lancia la bomba mettendo nella ormai famosa lista degli «impresentabili» stilata dalla commissione Antimafia da lei presieduta il candidato del Pd alla regione Campania Vincenzo De Luca.
Dopo l'addio di Pippo Civati, anche Stefano Fassina palesa una malcelata inquietudine, affermando che il Pd è a un punto di rottura difficilmente recuperabile. Il premier fa spallucce, ma molti esponenti dem non sembrano disposti ad ignorare la galoppante crisi interna al partito di maggioranza.
«Preferisco le primarie ai caminetti, dove decidono in dieci». Ma Matteo Renzi è pronto a mettere la questione della selezione dei candidati Pd «sul piatto della discussione con la minoranza», con l'obiettivo di «inventare un modello di partito nuovo».
Appena l'Italicum ottiene l'ok della Camera, Matteo Renzi si congratula così con i deputati Pd, e sottolinea: «La politica si è dimostrata finalmente all'altezza del suo compito», e aggiunge «Sono orgoglioso della vostra fiducia, avete scritto una pagina storica per questo Paese. Siamo noi il cambiamento che aspettavamo».
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, a Bologna per la chiusura della settantesima edizione della Festa nazionale dell'Unità organizzata al parco della Montagnola, ha riservato un saluto speciale a Gianni Cuperlo: «Pd che sa discutere al proprio interno ma che si riconosce come una comunità che va avanti insieme».
L'articolo 2 passa con 350 sì, 193 no e un astenuto e il quadro rimane identico a ieri. I due voti di scarto rispetto ai 352 sì della prima fiducia - ma ci sono anche 14 voti negativi in meno oggi, ieri erano 207 - non mutano il quadro politico perché, come spiegano dal Pd. Il voto finale è previsto per lunedì 4 maggio.
Sono 37 i deputati del Pd assenti in aula a Montecitorio, che stamattina non hanno votato la fiducia all'articolo 2 della legge elettorale per motivi di dissenso politico. Altri 5, secondo quanto si apprende, erano invece assenti giustificati.
Il vicesegretario del Pd, Lorenzo Guerini, intervistato da Sky Tg24, sulla legge elettorale e lo strappo della minoranza Pd afferma che il Pd ora si impegna a rimediare: «lavoreremo nei prossimi giorni per recuperare una frattura, mi auguro che sia recuperabile, ce lo chiedono i nostri elettori», ma sottolinea che sarebbe «da irresponsabili creare problemi al Senato su Italicum».
«Grazie di cuore ai deputati che hanno votato la prima fiducia. La strada è ancora lunga ma questa è la volta buona». Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi scrive su Twitter dopo che con 352 voti favorevoli, 207 contrari e un astenuto il governo ha ottenuto alla Camera la prima fiducia sulle tre previste, quella sull'articolo 1 della riforma della legge elettorale.
Gianni Cuperlo non vota la fiducia sull'Italicum, in quella che definisce una giornata «non brillante, semplice o serena. Sento la responsabilità di questa scelta, che mi addolora. Mi sento parte di una comunità ma è un segnale legittimo e necessario dopo lo strappo incomprensibile, a vedere i numeri e la tenuta del Pd» sulle pregiudiziali.
Il vicepresidente della Camera Roberto Giachetti a Mix24 di Giovanni Minoli su Radio 24 ha affermato che «La legge che votiamo oggi è una legge peggiorata per raccogliere le richieste della minoranza Pd. Io penso che l'inserimento delle preferenze sia un danno di cui pagheremo i costi non so fino a quando, ed è stato voluto dalla minoranza del Pd».
Il governo si avvia verso un verdetto da 25 luglio del ’43? Alcuni deputati del Partito Democratico, come D’Attorre e Civati lo auspicano apertamente. Mentre Vendola e Brunetta, finalmente a braccetto, concordano: “La fiducia sull’’Italicum è squadrismo fascista.”