Un'altra terribile crisi potrebbe colpire l'Europa nel 2019: ecco dove, quando e perché
L'analisi del think tank americano The National Interest annuncia guai seri per l'Europa nei prossimi mesi, perché una nuova crisi potrebbe esplodere in Ucraina
L'analisi del think tank americano The National Interest annuncia guai seri per l'Europa nei prossimi mesi, perché una nuova crisi potrebbe esplodere in Ucraina
Il Consiglio di Stato ha respinto gli appelli proposti dal Comune di Melendugno e dalla Regione Puglia nei confronti della sentenza del Tar sul Trans Adriatic Pipeline
I conti di Snam dopo l'addio a Italgas sono migliori delle stime. L'azienda ha deciso di aumentare gli investimenti nel piano 2017-2021 portandoli a 5 miliardi e di questi 4,7 miliardi saranno in Italia
In occasione della 60esima Conferenza generale dell'AIEA, la Russia e Cuba hanno firmato un accordo di cooperazione per l'uso pacifico dell'energia nucleare. Ma non si tratta dell'unica intesa firmata da Vladimir Putin
Nei progetti di Vladimir Putin non c'è solo il Turkish Stream. Negli ultimi mesi la Russia è tornata alla ribalta della geopolitica energetica mondiale tessendo una fitta rete di alleanze strategiche con la Turchia, la Grecia, la Germania e la Cina
Nella partita per l'approvigionamento energetico il vento soffia a favore dell'Europa centro orientale. Vi spieghiamo perché i progetti di alcuni gasdotti sono stati abbandonati e perché il Turkish Stream è ora un «colpaccio» per Mosca e Ankara
Il ministro degli Esteri russo ha accusato gli Usa di approfittare delle difficili relazioni tra Russia ed Europa per vendere il proprio shale sul mercato europeo. Non solo ha ragione: c'è di più
"Ne è un segno il fatto che sono presenti non solo le più grandi aziende europee, ma anche americane" ha detto l'ad di Eni
Ma per il Presidente russo «c'è bisogno di una posizione chiara dell'Unione Europea». South Stream è stata la prima idea di gasdotto, nata da un'iniziativa di Gazprom e dell'italiana Eni, oltre 10 anni fa. L'AD Snam Alverà: «Per sviluppo mercato UE completare interconnessioni».
Gli accordi milionari tra Mosca e Berlino per l'implementazione di Nord Stream renderanno la Germania (la stessa che poi sanziona la Russia) il primo hub energetico continentale. E l'Europa del Sud, orfana del vantaggioso progetto South Stream, non può far altro che accettarlo
La Turchia ha ricevuto le coordinate del gasdotto, ha fatto sapere il ministro dell'Energia turco, Taner Yildiz, ma non è da escludere che il percorso dei tubi devi decisamente rotta, viste le difficoltà prospettate da Ankara, le pressioni europee ed americane per far desistere la Grecia dal partecipare al progetto e i dubbi della Macedonia sul far proseguire il gas russo verso l'Europa
Le tensioni sono ancora forti, e la pace lontana. Ma l'esempio autonomista dell'Alto Adige, proposto poco tempo fa da Matteo Renzi a Vladimir Putin come modello a cui ispirarsi, potrebbe davvero costituire il «lieto fine» di cui l'Ucraina ha disperato bisogno?
La controllata Eni ha ricevuto la notifica della sospensione di revoca delle attività, dalla South Stream Transport, per la posa delle tubature del gasdotto, congelato lo sorso dicembre dal governo russo. Le sue due posa tubi ferme in Bulgaria parteciperanno quindi alla costruzione di Turkish stream. Intanto gli Usa fanno pressioni ad Atene perché non faccia transitare il gas russo
Lo ha spiegato l'ad Umberto Vergine in conference call con gli analisti sui risultati del primo trimestre della società di ingegneristica controllata da Eni.
Atene potrebbe ricevere da Mosca un sostanzioso aiuto economico come anticipo sui profitti futuri legati al nuovo Turkish Stream che dovrebbe portare il gas russo in Europa passando per Grecia e Turchia
Il deputato del Pd ha presentato un'interrogazione al ministero dello Sviluppo economico, ricordando che fra 4 anni il «rubinetto» ucraino si chiuderà, così come scadranno i contratti con l'Algeria, mentre la Libia è sprofondata nel caos.
Il titolo della controllata Eni ha macinato profitti a Piazza Affari, dopo l'indiscrezione secondo cui Gazprom starebbe pagando le sue penali per l'affitto di due navi ferme in porto per la cancellazione del gasdotto che avrebbe dovuto passare per la Bulgaria. Per il suo sostituto via Ankara invece l'Ue ha detto che il gas russo potrà passare per il Tap.
Il progetto di gasdotto abbandonato nel 2013 a favore del Trans Anatolian pipeline (Tanap, che dovrebbe collegarsi con il Trans adriatic pipeline, Tap, con destinazione finale in Italia) è stato resuscitato oggi dal primo ministro bulgaro Boiko Borisov, che ha ricevuto a Sofia il presidente azero Ilham Aliyev.
Per avere qualche informazione in più sul bilancio della controllata Eni, che ha presentato i conti preliminari, bisognerà aspettare il prossimo 19 febbraio, quando scadrà la seconda «comunicazione di sospensione» sul gasdotto cancellato dai russi, dal quale avrebbe dovuto incassare 2,4 miliardi di euro.
Mentre l’attenzione del mondo è concentrata su quanto succederà nelle prossime settimane in Ucraina, altri Paesi, attualmente sottovalutati, potrebbero giocare un loro ruolo nello scenario dei futuri equilibri europei.
Nonostante i dubbi dell'Ue, per Mosca e Ankara il gasdotto è ogni giorno più concreto. Russia e Turchia hanno raggiunto un accordo sul tragitto di massima. L'amministratore delegato di Gazprom, Aleksey Miller ha annunciato che i primi 180 chilometri dell'infrastruttura saranno pronti entro il 2016.
Il commissario europeo per l'Unione energetica, Maros Sefcovic ha messo in dubbio il progetto russo «Turkish stream», che mira a bypassare l'Ucraina per trasportare gas dalla Russia all'Europa attraverso la Grecia. Ha detto di non essere convinto della «sostenibilità economica» della decisione di Mosca. Intanto si incontrerà con i Paesi ex South stream (con l'aggiunta di Atene), Italia esclusa
«Supportiamo il Tap; il gasdotto porterà benefici alla Grecia e aiuterà l’Europa», ha dichiarato ieri il neo ministro dell'Energia ellenico, Panagiotis Lafazanis. Per l'Italia è un'opera strategica. Lo Stivale è il terzo ed ultimo Paese interessato dal tracciato, che da Atene si snoda per l'Albania e approda in Puglia, rendendolo un vero e proprio nodo energetico europeo.
L'Ungheria ha annunciato di voler raggiungere un nuovo accordo di lungo periodo con la Russia per l'importazione di gas naturale. Quest'anno infatti scadrà il contratto firmato nel 1996. Intanto Mosca ha fatto sapere ad Atene di essere disposta ad aiutare economicamente il Paese, che sarà il nuovo rubinetto verso l'Ue una volta ultimato il «Turkish Stream»
Il nuovo gasdotto verso l'Ue, che Mosca ha in mente per aggirare l'Ucraina, passerà sotto il Mar Nero per sboccare in Turchia. Da lì prenderà la via per Atene. Per l'Italia potrebbero esserci delle buone opportunità, ma dovrà saper giocare le sue carte. I greci hanno già incominciato a farlo
Eni ha preso la sua decisione. Non svenderà Saipem. I titoli della controllata sono troppo bassi sul mercato, essendo passati dai 13 euro ai 7 attuali. Vendere ora significherebbe perdere molto, troppo. Meglio aspettare tempi migliori, che certamente arriveranno.
L'azienda russa accelera per il nuovo gasdotto verso la Turchia. E oggi annuncia di voler mettere in funzione il tracciato pensato in sostituzione di South Stream già alla fine del 2016.
Il leader russo, Vladimir Putin, senza preavviso taglia i rifornimenti di gas che passano per l'Ucraina a sei paesi dell'Unione europea. L'Europa trema e crolla in una grave crisi energetica a causa dell'intensificarsi del conflitto ucraino.
Putin chiude il rubinetto del gas a sei Paesi membri dell'Unione europea. La Russia annuncia una nuova «via del gas» che passi per la Turchia, evitando la rete ucraina. Marta Grande, deputata M5S, ritiene che per l'Italia non sembrano esserci problemi concreti da questo punto di vista, ma stiamo pagando il prezzo delle sanzioni di Bruxelles sull'import-export.
Al di là dei buoni propositi e della firma di qualche memorandum preliminare, non si è andato oltre ed i tentativi dell'Europa di diversificare le forniture di gas non hanno avuto mai successo.
La nuova priorità di Gazprom adesso è la Turchia. Ciò spiega la decisione di Gazprom di acquistare la società turca che vende il gas. In tal modo il colosso russo sta forzando il progetto turco, restringendo così le prospettive del progetto europeo di «Corridoio meridionale».
«Questa è l'unica piattaforma che rappresenti tutte le parti in conflitto ed è necessaria usare il suo potenziale appieno il prima possibile», ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov. La richiesta arriva il giorno dopo il più grave attacco contro dei civili in Ucraina, dove sono morte 12 persone. Intanto Gazprom annuncia il Turkish Stream
Le azioni del gruppo perdono il 2,4%, con un minimo toccato a 8,72 euro. Intanto la Consob ha comunicato che la Banca centrale cinese, la People's Bank of China, entra con una quota diretta del 2,027% dal 18 dicembre
In un intervista radiofonica a King World News, Paul Craig Roberts, ex assistente alla politica economica sotto la presidenza Reagan, ha descritto le misure più estreme che la Russia potrebbe adottare per contrastare la guerra economica dell'Occidente.
Nel 2015, l'Europa deve affrontare tre sfide principali: la risoluzione della crisi in Ucraina, il ritorno ai veri rapporti con la Russia, così come la prevenzione della politica monetaria europea di «quantitative easing», afferma il presidente del Laboratorio europeo di previsione politica Marie-Helene Caillol.
South Stream non si farà. Ma Renzi non si scoraggia e rassicura gli italiani: il governo guarda lontano, al continente nero, per la sua strategia sull'energia.
Il leader del Carroccio di nuovo a Mosca per continuare la sua «Campagna di Russia». Dalla Russia Salvini rimprovera il premier, Matteo Renzi, restio a recarsi da Putin per intraprendere percorsi paralleli e vicini. Salvini si dice convinto che il ruolo della Lega, oggi, debba avere un'influenza nazionale perché i problemi ora da affrontare non sono padani, ma italiani.
E' Aleksey Miller, numero uno di Gazprom, ad annunciare una «nuova strategia» rispetto al mercato europeo del gas, dopo la cancellazione del piano di costruzione di South Stream, piano lanciato nel 2006 con un accordo tra il colosso russo del gas ed Eni e di recente archiviato dal presidente russo Vladimir Putin dopo un lungo braccio di ferro con l'UE.
La notizia della chiusura del progetto «South Stream» è stata accolta da molte edizioni italiane come fulmine a ciel sereno. Nondimeno i dirigenti ufficiali italiani, che ieri avevano in programma la diversificazione delle forniture delle risorse energetiche, in primo luogo grazie al South Stream, hanno reagito in modo sorprendentemente contenuto alla rinuncia della Russia
In Giappone c'è timore di essere messa ai margini delle forniture di gas russo e che Gazprom possa avere intenzione di non procedere col progetto per il gas naturale liquefatto di Vladivostok.
L'economia della Russia si dimostra sempre più debole. Il rublo, ai minimi storici, ha segnato questa mattina un nuovo record negativo, con il dollaro che ormai sfiora i 55 rubli e il cambio ufficiale dell'euro che sta scivolando a 68 rubli. Il barile non garantisce più ampi margini di guadagno: è quindi corsa al taglio dei costi.
È finita, e in questo caso si può dire: l’Europa non ha un tubo da fare, almeno per quanto riguarda il South Stream. Durante la sua visita ufficiale in Turchia Vladimir Putin ha messo il punto finale in questa storia complicata.
Per il gasdotto non è stata detta l'ultima parola, nonostante le dichiarazioni di Vladimir Putin dalla Turchia siano sembrate perentorie. Come anche quelle del numero uno di Gazprom, Aleksej Miller: non si tornerà sul progetto di gasdotto che doveva collegare via Mar Nero, la Russia all'Europa centro meridionale. Stop a progetto tra tensioni internazionali e costi elevati.
Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, è chiaro sulla questione: il progetto del South Stream non è fondamentale per l'Italia in questo momento.
Il presidente bulgaro rispedisce le accuse di Putin al mittente: la decisione, ha affermato, è interamente nelle mani di Russia e Ue. Ma a Sofia c'è anche chi pensa che il presidente russo stia bluffando, e che non abbia la minima intenzione di interrompere il progetto
Ancora nessuna comunicazione sull'interruzione del contratto, ma se la sospensione dell'intero progetto si rivelerà ben più di una minaccia, a subire le ripercussioni e le conseguenze finanziarie più gravi non sarà Eni - perché le forniture della Russia continueranno ad arrivare per altre vie - ma proprio Saipem.
Il presidente russo ha chiarito che lo stop bulgaro ai lavori di costruzione del South Stream, il gasdotto di concezione russo-italiano che avrebbe dovuto portare il metano di Mosca in Europa meridionale bypassando l'instabile Ucraina, rende impossibile la costruzione di un progetto che, già nei mesi scorsi, è apparso in grave difficoltà.
Le previsioni analitiche degli esperti dell’UE pubblicate questa settimana annunciano un notevole peggioramento delle prospettive di crescita economica nell'Unione Europea e nell'area dell'euro anche per il 2015.
L’Ucraina comincerà ad acquistare il gas russo mediante pagamenti anticipati quando arriverà il freddo, ha dichiarato Jurij Prodan, capo del ministero dell’energia dell’Ucraina. Kiev ha trasferito a Mosca una parte della somma del debito per il gas già fornito.
Il parlamento ha approvato una legge a favore della costruzione del gasdotto South Stream, consentendo a una società, pur priva della licenza per gestirlo, di realizzarlo. Nel frattempo, l'Ue ha congelato il progetto, imponendo sanzioni economiche alla Russia per la crisi ucraina