19 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Giovedì 6 giugno alle 21

I canti popolareschi di fine Medioevo aprono 'Musica Cortese'

Appuntamento nella sala degli Stati Provinciali del Castello di Gorizia. Alle 20 visita guidata alla mostra di strumenti storici “Theatrum Instrumentorum”

GORIZIA - Fatti semplici e di vita quotidiana, ricordi di vecchie storie e leggende, ricette fantastiche, proverbi, filastrocche e divertimenti linguistici, in una forma che allude a situazioni teatrali con dialoghi e contrasti tra personaggi fortemente caratterizzati. Musica Cortese, il festival internazionale di musica antica nei centri storici della regione, inaugura l'edizione 2019, giovedì 6 giugno alle 21 nella Sala degli Stati provinciali al Castello di Gorizia, con 'Sergonta Bergonta', un concerto i cui brani provengono da un importante manoscritto musicale del 1502. A interpretarli il Centotrecento ensemble, sodalizio nato nel 2017 e che recentemente, affascinato da alcune intuizioni sulla notazione dell'Ars Nova, ha intrapreso un nuovo progetto sulla musica italiana del '300.

Ad aprire la serata, alle 20 sempre al Castello goriziano, un'imperdibile visita guidata alla mostra permanente di strumenti storici 'Theatrum Instrumentorum' con interventi musicali a cura dell’Ensemble Gemina. Tornando al concerto, eseguito da Gloria Moretti, Guido Sodo (voci), Elisabetta Benfenati (chitarra rinascimentale), Marco Ferrari (flauti, cornamuse), Mauro Morini (trombone), Fabio Tricomi (violino, marranzano, percussioni), proporrà dei canti popolari di fine medioevo. La produzione poetica per musica della fine del '400, che non è stata abbastanza apprezzata dagli studiosi italiani, rappresenta un momento straordinario della nostra letteratura perché, dietro l’apparente superficialità, la brevità delle forme e le incrostazioni dialettali, si intravedono gli accenti mai sopiti del teatro pagano di antica origine latina, prima che venisse estinto dalla Controriforma e rinascesse trasformato nella Commedia dell’Arte. Le musiche cantano con il linguaggio della colta musica fiamminga, reinterpretato in Italia in un modo sconosciuto nelle Fiandre con strutture semplici e forme brevi, del volgo derelitto e quasi comico che la poesia italiana quattrocentesca sembra canzonare solo apparentemente, facendone l’imitazione in una galleria di personaggi minori descritti ora con pungente ironia, ora con cattiveria e altre volte con pietosa commozione che sorprendentemente travestono vere e proprie affermazioni filosofiche ed un forte anticlericalismo.

Al termine della serata è previsto un buffet storico a cura dell’Accademia Jaufrè Rudel. Per info: www.dramsam.org; email dramsamcgma@gmail.com; tel +393381882364