26 marzo 2025
Aggiornato 02:30
musica

David Byrne a Trieste: entusiasmo ed eleganza

L'energia di un ventenne nel corpo di un sessantaseienne: ecco la descrizione che meglio si addice al David Byrne che il pubblico triestino ha ammirato in Piazza Unitą la sera del 22 luglio

TRIESTE - L'energia di un ventenne nel corpo di un sessantaseienne: ecco la descrizione che meglio si addice al David Byrne che il pubblico triestino ha ammirato in Piazza Unità la sera del 22 luglio. 

Un viaggio dentro se stessi
Byrne non è certo il tipo di persona che passa inosservata e lo si è notato fin dal primo istante del concerto: al centro della scena è solo, anzi, insieme a lui un cervello che tiene tra le mani. Quale modo migliore per presentare il suo nuovo album da solista dopo più di quattordici anni? Per il resto del concerto però non è solo, bensì attorniato da musicisti vestiti come lui che ballano e cantano senza fermarsi mai, creando un grande gruppo di dodici persone che di grigio hanno solo il completo. L'aria è leggera, anche se si può nettamente percepire il temporale che muove verso Trieste. Molti i posti a sedere, anche se per lo più vuoti. Poca gente al concerto? Certo che no; semplicemente restare seduti è impossibile visto il ritmo che accende il pubblico canzone dopo canzone. L'album possiede un titolo tagliente, American Utopia: tanto incisivo quanto il tema che tratta. Una ricerca antropologica e introspettiva che parla della 'non realtà' americana, ma anche dell'immagine fittizia di ogni individuo. Molte le domande che ci si pone dopo il concerto su noi stessi, sugli altri e sul mondo intero. Questo uno dei grandi talenti dell'ex frontman dei Talking Heads: rendere un masso leggiadro come una farfalla, in modo da potersi posare sulla spalla di ogni spettatore.

Leggerezza ed allegria per condire
Un concerto intenso e travolgente che utilizza ironia ed entusiasmo per affrontare svariati argomenti, da quelli più semplici a quelli di un certo spessore. Oltre alle nuove canzoni del nuovo album non potevano mancare alcune delle più famose canzoni dei Talking Heads. Le note di This must be the place, celebre canzone del gruppo uscita del 1983 e ritornata nel 2011 per dare il nome al famoso film di Sorretino, scorrono tra le file di sedie presenti in piazza, portando con sè quel concentrato di malinconia, familiarità e spensieratezza che trasporta la mente del pubblico verso ciò che loro ritengono casa, dalle mura del proprio appartamento alle morbide braccia dell'amante. Riassunto della serata: un vero spettacolo.