3 maggio 2024
Aggiornato 03:30
Teatro

"La Sonnambula" di Bellini al Verdi: è il settimo appuntamento di "Racconta l'Opera"

 L’opera, nella produzione firmata da Giorgio Barberio Corsetti, sarà rappresentata da venerdì 5 a sabato 13 maggio sotto la direzione del Maestro Guillermo Garcia Calvo

TRIESTE - In seguito alla giornata festiva di lunedì 1° maggio, nella quale il Civico Museo Teatrale «Carlo Schmidl» di via Rossini 4 sarà comunque aperto al pubblico, slitterà invece a giovedì 4, alle ore 17.30, sempre alla Sala «Bazlen» di Palazzo Gopcevic, il settimo appuntamento di «Racconta l'Opera», il nuovo ciclo di guida all'ascolto delle opere in scena al Teatro «Verdi», che si tiene nell'ambito del cartellone de «I Lunedì dello Schmidl», dedicato stavolta a «La Sonnambula» di Vincenzo Bellini. L’opera, nella produzione firmata da Giorgio Barberio Corsetti, sarà rappresentata al «Verdi» da venerdì 5 a sabato 13 maggio sotto la direzione del Maestro Guillermo Garcia Calvo. L’incontro, col supporto di esempi musicali e video, sarà curato da Elisabetta D’Erme, con la partecipazione del baritono Filippo Polinelli quale ospite d’onore. 

L'opera
La vicenda de «La Sonnambula», il cui libretto si deve a Felice Romani, è tratta da «La Somnambule, comédie-vaudeville» di Eugène Scribe e Germain Delavigne, del 1819, nonché da «La Somnambule ou L’arrivée d’un nouveau seigneur, ballet-pantomime» dello stesso Scribe e Pierre Aumer, del 1827. Nel 1831 Vincenzo Bellini compose l’opera in soli due mesi, mentre si trovava a Moltrasio sul lago di Como, ospite nella villa dei Conti Lucini Passalacqua e vicino alla residenza di Giuditta Turina, una giovane dama con cui intratteneva una relazione sentimentale. Inizialmente il duca Litta di Milano aveva commissionato al compositore catanese un’opera tratta da «Hernani» di Victor Hugo (in seguito musicato da Giuseppe Verdi), ma l’opposizione della censura austriaca spinse il musicista ad abbandonare il progetto originario e a scegliere, anche su suggerimento di Felice Romani, un soggetto di carattere pastorale e idilliaco. Parte della musica già composta per «Hernani» fu impiegata proprio nella «Sonnambula» e, successivamente, anche nella «Norma». La partitura, ricca di pagine famose come «Prendi l’anel ti dono», «Come per me sereno», «Vi ravviso o luoghi ameni», culmina in una delle più sublimi arie per soprano ovvero la celebre «Ah, non credea mirarti», che la protagonista Amina canta in stato di sonnambulismo. L’opera debuttò al Teatro Carcano di Milano il 6 marzo del 1831 con un cast stellare: il soprano Giuditta Pasta nel ruolo del titolo, il mitico tenore Giovanni Battista Rubini quale Elvino e il basso Luciano Mariani nel ruolo del Conte Rodolfo. Dedicata da Bellini all’amico musicista Francesco Pollini, l’opera ottenne un grandissimo successo sin dalla prima rappresentazione, diventando in seguito uno dei titoli di riferimento della grande tradizione belcantistica italiana.