29 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Mancato nella serata del 18 gennaio scorso a 99 anni

Il Soccorso alpino di Trieste piange e il ricordi di Spiro Dalla Porta Xydias

"Arrivederci Spiro, anche per te è arrivato il tempo della salita da cui non si scende, perché ci si trattiene senza fine in contemplazione dell’Infinito"

TRIESTE - Anche il Soccorso alpino di Trieste piange, assieme alla delegazione regionale del Friuli Venezia Giulia - la scomparsa dello scrittore e alpinista triestino Spiro Dalla Porta Xydias, mancato nella serata del 18 gennaio scorso a 99 anni. Xydias è stato infatti il fondatore della stazione triestina del Cnsas - Fvg e appena lo scorso settembre, in occasione del sessantesimo della stessa, aveva preso parte attiva ai festeggiamenti per l'importante traguardo. A seguire un ricordo di Giovanni Grandi, della Stazione Cnsas di Trieste, che ha seguito e accompagnato Xydias fino agli ultimi momenti.

Le parole accorate dei rappresentanti di Cnsas di Trieste
«'Scalata all'Infinito' è uno dei titoli di Spiro Dalla Porta Xydias, e lui, la sua, l'ha ultimata il 18 gennaio, - ricordano dal Cnsas di Trieste - a pochi passi dalla soglia dei cento anni. Ciascuno lo potrà ricordare per un gesto, una parola detta o scritta, uno sguardo sorridente (come quello di uno dei suoi ritratti più recenti, di Piero Pausin). Qualcuno magari anche per una salita compiuta insieme (l'ultima arrampicata l'aveva fatta a ottant'anni, sulla 'via dei Tedeschi' al Chiadenis). Il Soccorso Alpino - precisano - lo ricorda attraverso le ultime parole dell’intervista sull’aiuto in montagna, rivolte proprio ai volontari del sodalizio a cui era legato: "Quello che non deve cambiare è lo slancio, la motivazione interiore, profonda per cui fai il soccorritore. Quella ciascuno deve trovarla, deve cercarla, rinnovarla. È una motivazione che nasce all’incrocio tra il senso dell’elevazione e quello della solidarietà: a questo incrocio alle volte un uomo capisce di dove diventare alpinista e un alpinista si ricorda di dover essere anzitutto un uomo». Arrivederci Spiro, - concludono - anche per te è arrivato il tempo della salita da cui non si scende, perché ci si trattiene senza fine in contemplazione dell’Infinito».