Roberti: “Armiamo la Polizia locale contro il terrorismo”
In una lettera aperta agli agenti e alla cittadinanza, il vicesindaco segnala che la PL sta accogliendo le stesse responsabilità della Polizia di Stato, ma non le tutele di base, quali indennizzi, giubbotti antiproiettile e armi
TRIESTE – Il vicesindaco e assessore alla Polizia Locale Pierpaolo Roberti invia una lettera aperta agli agenti della Polizia Locale proprio la vigilia di Capodanno, e a pochi giorni dall’attentato a Berlino. Le due situazioni, una lieta e l’altra drammatica, trovano pertinenza in un unico fatto: per i festeggiamenti di quest’anno, la Polizia Locale avrà un compito di grande responsabilità: impedire la circolazione dei grandi mezzi sulle rive al fine di impedire che la grande festa si tramuti in una grande tragedia.
Non solo vigili
«Ci siamo dimostrati ancora una volta vulnerabili – commenta Roberti in merito agli orrori di Berlino - ancora una volta permeabili a chi vuole sterminarci in quanto siamo quello che siamo.
Il Ministro dell'Interno Minniti e il prefetto di Trieste chiedono sforzi in più alla Polizia Locale che risponde, e lo fa positivamente, conscia di quale è il suo ruolo e la sua professionalità. Del resto,che i vigili non siano più soltanto i vigili con il libretto delle multe in mano, spero se ne stiano accorgendo tutti, e le operazioni che conducono incessantemente anche sul fronte della lotta allo spaccio, del piccolo crimine, dei reati ambientali, dei reati edilizi e tanto altro ne è la prova lampante. Ma ripeto, forse è la prima volta che viene chiesto loro di far fronte comune anche alla lotta contro il terrorismo».
Responsabilità e diritti
Aumentano le responsabilità, per questi agenti, ma non le tutele: «I sindacati di categoria hanno sollevato rimostranze, che ritengo legittime, perché se da un lato molti compiti che la PL svolge sono già del tutto similari alle altre Forze di Polizia, dall'altro non sono assolutamente equiparabili le tutele». Si fa l’esempio dell’equo indennizzo, a cui la Polizia locale non ha diritto, e che risarcisce danni fisici e morali per i poliziotti che vengono feriti mentre compiono il loro dovere, com’è stato per il poliziotto che ha fermato Amri.
Non solo terrorismo
Roberti puntualizza che il problema non è solo ascrivibile alla sporadicità degli atti terroristici: «Volendo rimanere nell'ordinaria amministrazione, faccio notare che quando Polizia, Carabinieri o Guardia di Finanza effettuano un normale posto di blocco indossano giubbotti antiproiettili e non pistola, ma mitraglietta ben in vista, proprio seguendo il principio del ‘non si sa mai chi vado a fermare’. Come possiamo permetterci di far fare lo stesso, identico, preciso servizio alla PL quando questa non ha la pistola nè il giubbotto antiproiettile?
L’appello di Roberti
Il vicesindaco si rivolge dunque a Comune e Regione, per «lavorare insieme affinchè anche la PL venga armata quanto prima mettendo da parte le ragioni puramente ideologiche che hanno spinto molti fino ad oggi a dire di no, dimenticandosi che la PL è praticamente ovunque già armata, dal grande Comune come Udine al piccolo paese come Fagagna.
Sia la Regione a farsi promotrice di un fondo per garantire almeno alcune tutele, le principali».