18 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Le accuse del M5S

Luigi di Maio a Trieste per il no al referendum

Così il vicepresidente della Camera: “Renzi dichiara il falso, Debora Serracchiani sta affossando la vostra sanità pubblica. Vogliono modificare la costituzione per salvare la poltrona”. Sull’immigrazione: “C’è un business che va fermato”

TRIESTE«Matteo Renzi vi ha mostrato la scheda con cui potrete votare i senatori in caso vinca il sì. È un falso, una truffa in piena regola». Così il vicepresidente della Camera di deputati Luigi di Maio, il 30 novembre al Caffè San Marco per spiegare le ragioni del no al referendum e le controproposte del M5S: «Il testo della riforma esplicita che gli italiani perderanno la possibilità di eleggere i senatori, i quali verranno eletti tra sindaci e consiglieri regionali. Questi ultimi sono stati eletti con queste cariche, non come senatori con l’immunità parlamentare».

Meno potere ai cittadini
«Di fatto, a tutti voi viene tolto un diritto – prosegue di Maio – come è successo per le province che non sono state abolite ma in compenso non sono più eleggibili dai cittadini. Il Pd (compresa la presidente della Regione Fvg che sta smantellando la vostra sanità pubblica), insieme a Verdini e Alfano vogliono modificare la Costituzione per impedirvi di votare province, città metropolitane e senato, e questo per conservare una poltrona che hanno paura di perdere. E a ragione: ormai in tutta Europa si vota contro le vecchie forze politiche, ed emergono nuove realtà affini al M5S. Di questo hanno paura - rimarca il presidente -  ragion per cui vogliono erodere il potere decisionale degli italiani a fronte di un risparmio di 50 milioni di Euro (non un miliardo come riferisce Renzi). Con la nostra proposta di riduzione degli stipendi in Parlamento i milioni risparmiati sarebbero 90, senza bisogno di cambiare la Costituzione. E teniamo conto che il costo di questo referendum è di 300 milioni».
Sempre a proposito di cifre, viene riferito che le ‘pensioni d’oro’ costano allo Stato 12 miliardi di Euro: «Se continuiamo a eleggere maggioranze con le pensioni d’oro, non le taglieranno mai».

Processo irreversibile e inutile
La modifica della Costituzione proposta nella riforma, riferisce di Maio, sarà un processo di fatto irreversibile: «Se mai il M5S o una forza politica estranea al Pd dovesse andare al governo gli sarebbe impossibile cambiare nuovamente la Costituzione perché occorrerebbe l’approvazione del Senato. Di quegli stessi senatori non eletti dal popolo, che non accetterebbero mai di perdere i privilegi acquisiti».
Viene contestata anche la supposta utilità della riforma: ossia quella di snellire il processo legislativo: «Il governo Renzi ha promulgato una media di una legge ogni cinque giorni: sono proprio le troppe leggi a intasare il sistema, anche quello giudiziario, e si va esattamente contro l’intento dichiarato del referendum. L’efficienza di un governo non si misura dal numero di leggi ma dai risultati. Come quelli del Jobs Act, che ha portato al 31 percento in più di licenziamenti e ha diminuito le assunzioni».
Significativo anche l’intervento del capogruppo M5S di Trieste Paolo Menis: «Se vince il sì si va direttamente alla costruzione dei rigassificatori, sarà una decisione incontrovertibile, direttamente da Roma, il Comune non potrà più opporsi. Si perderà del tutto il rapporto col territorio».

Le proposte degli M5S
Il pubblico ha interrogato Luigi di Maio sui programmi del M5S, ed è stato spiegato l’intento di rilanciare l’edilizia attraverso la riqualificazione energetica degli stabili, oltre che un focus sulle energie rinnovabili, che non vengono sfruttate e di cui il paese è ricco.
A proposito degli investimenti nella ricerca, Di Maio ha parlato della sua visita in mattinata all’Area Science Park: «Una grande ricchezza che ci aiuterebbe a sviluppare il nostro programma. Mi ha intristito vedere che sono stati tagliati i fondi all’Immaginario Scientifico: il suo costo annuale sarebbe di soli 500 mila Euro l’anno, pochi se pensiamo che le pulizie della sola Camera dei deputati costano 8 milioni».
Non è mancata una domanda sui richiedenti asilo: «Bisogna colpire il business dell’immigrazione – argomenta il vicepresidente - non l’immigrazione stessa. Le cooperative (ricordiamo lo scandalo della ‘29 giugno’), spesso incassano milioni in fondi pubblici con la scusa delle emergenze, così lo stato elargisce i famosi 38 Euro al giorno senza i controlli previsti, e permette flussi migratori insostenibili».