25 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Lifestyle

Alcol e vizio del bere, beve di più la sposata o la single?

Un nuovo studio mostra che vi è un rapporto tra il bere lo stato civile. Le donne, e le persone sposate in genere, tendo a bere meno che non i single

ROMA – Bere bevande alcoliche è un qualcosa che, in misura maggiore o minore, fanno più o meno tutti – astemi esclusi ovviamente. Ma se bere può avere effetti positivi in una certa misura, ne ha di certo di molti negativi in altra misura. Ma c’è una categoria di persone che tende a bere più di altre? Età, razza, cultura, stato sociale eccetera esclusi pare che a influire sia anche lo stato civile: ovvero se si è sposati o single.

Lo studio
A valutare quanto incide lo stato civile sulla quantità e frequenza con cui si assumono bevande alcoliche è stato uno studio condotto dai ricercatori dell’Università della Virginia (Usa) in cui si è trovato come le cose cambino se si è sposati o conviventi o single. I risultati indicano che chi è nelle due prime situazioni, di soliti tende a bere meno. Al contrario, i single e i divorziati sono più inclini a bere più spesso, e in grandi quantità. «Le relazioni intime determinano una diminuzione del consumo di alcol», spiega la dott.ssa Diana Dinescu, principale autrice dello studio.

La prova dei gemelli
Per comprendere come lo stato civili influisse sul vizio del bere, i ricercatori hanno studiato i modelli di consumo di alcol da parte di un gruppo di 2.425 gemelli dello stesso sesso – che erano sia sposati che single. La scelta di includere i gemelli nello studio è stata dettata dalla necessità di ridurre al minimo i fattori confondenti e le variabili che possono alterare i risultati, basandosi su un gruppo di persone che condividono background genetico e familiare. «E’ impossibile dire in base alla ricerca co-relazionale se lo stato civile ha un effetto protettivo, o se le persone che bevono naturalmente meno semplicemente hanno maggiori probabilità di sposarsi – ha sottolineato Dinescu – Utilizzando i gemelli, il nostro studio ci permette di eliminare intere classi di spiegazioni alternative, come predisposizioni genetiche e influenze di formazione, e ci porta un passo più vicini a comprendere il vero impatto delle relazioni sul comportamento del bere».

I dati raccolti
I dati raccolti dai ricercatori si basavano su un campione che comprendeva 1.618 coppie di gemelli di sesso femminile e 807 coppie di sesso maschile. I partecipanti dovevano indicare se erano sposati, divorziati, vedovi, separati, conviventi o mai sposati. Oltre a ciò, dovevano indicare qual era il loro livello di consumo di alcol: quanto avevano bevuto (o bevevano) quando bevevano, e quanto spesso bevevano. Come previsto, i gemelli sposati, erano quelli che bevevano meno, rispetto ai divorziati o i single. Anche i gemelli conviventi bevevano meno, rispetto a chi viveva da solo. La buona notizia, è che le donne in media bevono meno degli uomini. A patto che fossero sposate o conviventi. «E’ utile osservare la frequenza di consumo e la quantità separatamente, in quanto riteniamo che sono comportamenti fondamentalmente differenti sia per intenzione che luogo – conclude Dinescu – I nostri dati hanno rivelato un modello interessante in cui, una volta che sei in una relazione impegnata, la frequenza del bere declina in modo permanente, mentre la quantità risale se si esce da questo rapporto. Sembra che i rapporti intimi possono fornire un reale beneficio in termini di comportamento del bere, magari attraverso meccanismi come per esempio un effetto di monitoraggio che i partner hanno gli uni sugli altri». I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Family Psychology.